Roma – Il “governo del cambiamento” M5s-Lega si è infranto su un muro del Quirinale, quello eretto a difesa dell’adesione dell’Italia all’euro. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti ritenuto che Paolo Savona, indicato come ministro dell’Economia dal leader pentastellato Luigi Di Maio e dal segretario federale del Carroccio Matteo Salvini, fosse percepito come sostenitore di “una linea che potrebbe provocare probabilmente, o addirittura inevitabilmente, la fuoriuscita dell’Italia dall’euro”. È questo il motivo per il quale l’inquilino del Colle ha posto il proprio veto sull’economista sardo, teorico della necessità di un piano di uscita dalla moneta unica. “L’incertezza sulla nostra posizione nell’euro ha posto in allarme gli investitori e i risparmiatori”, ha rimarcato Mattarella. “L’impennata dello spread, giorno dopo giorno, aumenta il nostro debito pubblico e riduce le possibilità di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali”, ha ammonito. Da qui la decisione di esercitare sulla scelta del ministro il proprio “ruolo di garanzia che non ha mai subito, né può subire, imposizioni”.
“La difesa della Costituzione e dell’interesse della nostra comunità nazionale” sono gli elementi che il presidente ha indicato come faro della propria decisione, assunta non “a cuor leggero”. Era ben consapevole della crisi istituzionale che si sarebbe aperta. Erano già in conto le accuse di Di Maio e Salvini per aver “impedito” di formare “il governo del cambiamento”. Il leader pentastellato si spinge addirittura a evocare la “messa in stato d’accusa del presidente”, perché “questo scontro istituzionale mai visto” va “parlamentarizzato”. “Io non posso accettare che il ministro dell’Economia italiano lo decidano altre nazioni o quelle agenzie di rating che non ci hanno informato della crisi del 2007, facendo perdere risparmi a milioni di perone in tutto il mondo” ha tuonato Di Maio su Facebook.
Oggi al Colle salirà Carlo Cottarelli, già commissario per la spending review. “Il presidente della Repubblica si sta assumendo la responsabilità di mandare alle Camere un governo che sa non avere la fiducia, e ha respinto un governo che aveva la maggioranza”, ha accusato ancora il leader del M5s. L’esecutivo Cottarelli è infatti destinato a sbattere contro la stessa maggioranza che avrebbe sostenuto un governo M5s-Lega e che, con l’aggiunta di fratelli d’Italia, non voterà la fiducia a Cottarelli”. Il nuovo esecutivo sostituirebbe comunque il governo Gentiloni, ma rimarrebbe in carica solo per il disbrigo degli affari correnti fino al ritorno alle urne, che potrebbe essere in autunno, con alle porte una legge di bilancio nella quale andranno disinnescate le clausole di salvaguardia con gli aumenti di Iva e accise.