Bruxelles – Arrivano le nuove regole in materia di privacy. Più trasparenza, più sicurezza, più responsabilità. Il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali (Gdpr) entrato in vigore oggi modifica, e di molto, il modo di trattare gli utenti e i loro dati. In estrema sintesi, si introducono regole più chiare su informativa e consenso, vengono definiti i limiti al trattamento automatizzato dei dati personali, si riconoscono le basi giuridiche per nuovi diritti, e vengono stabiliti criteri più rigorosi per il trasferimento degli stessi al di fuori dell’Ue. Le nuove regole valgono per tutti. O quasi. Le istituzioni comunitarie, in quanto non Stati, continueranno a rispondere ad altre regole.
Commissione, Consiglio e Parlamento europei applicano il regolamento 45/2001, che disciplina il trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati. Un provvedimento ‘ad hoc’ per le istituzioni Ue, che promettono di allineare le regole alle disposizioni del nuovo regolamento. La Commissione europea ammette che “vorremmo applicare, da oggi, standard di protezione dei dati simili a quelli del regolamento generale sulla protezione dei dati”. Vorremmo, condizionale. Non è chiara la tempistica che servirà alle istituzioni comunitarie per adeguarsi, e potrebbero volerci mesi.
Il garante europeo per la privacy, Giovanni Buttarelli, assicura che non solo gli Stati membri saranno tenuti sotto controllo, ma lo saranno pure le istituzioni Ue. “In quanto autorità di controllo incaricata del controllo e della protezione dei dati personali presso le istituzioni e gli organi dell’Ue, il garante si è impegnato ad assicurare che le istituzioni dell’Ue siano adeguatamente preparate” ad allinearsi alle nuove regole.