Sembra di sentire l’Inno alla Gioia in sottofondo – una delle più note opere classiche, ora anche simbolo dell’Ue – quando si parla di un progetto che valorizza la musica come risorsa culturale e sociale, come opportunità per le eccellenze europee, ma soprattutto come valore inclusivo, che unisce ogni persona e ogni luogo, in perfetta armonia con il motto “Uniti nella diversità”: si tratta dell’Orchestra giovanile europea, descritta dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker come “il miglior ambasciatore possibile per l’Unione europea”.
L’European Union Youth Orchestra (Euyo) è un’orchestra sinfonica fondata con una Risoluzione del Parlamento europeo nel 1976. Nasce a Londra dalla proposta del suo primo direttore Claudio Abbado – insieme a Lionel Bryer, sua moglie Joy Bryer, e il noto direttore Vladimir Ashkenazy – di unire giovani musicisti provenienti da ogni Stato membro dell’Ue, dove ogni anno si svolgono le audizioni per entrare a far parte dei suoi 160 elementi: tutti musicisti di età compresa tra i 16 e i 26 anni.
Attualmente l’orchestra è diretta dal Maestro Vasily Petrenko, con un repertorio che include opere sinfoniche di Mahler, Shostakovich, Tchaikovsky, Stravinsky, Beethoven e Strauss ma anche di compositori contemporanei come Ligeti, John Adams, Erkki-Sven Tuur, Arthur Maskats e numerose colonne sonore.
Si è appena concluso il tour primaverile ‘The Great Mosaic’, una celebrazione dell’eredità musicale europea che ha debuttato al Teatro Abbado di Ferrara, città in cui è recentemente stata istituita la sede operativa stabile dell’orchestra; la sede legale sarà invece a Roma.
Il 18 dicembre 2017 è stato firmato un accordo tra Rai – ora il primo broadcast partner ufficiale dell’Orchestra –, ministero dei Beni culturali, Euyo e il Comune di Ferrara, che si è impegnato a ospitare la residenza dell’Euyo durante la ‘Stagione Ferrara Musica’ e dopo il forzato trasferimento a causa della Brexit. Questo documento sancisce lo spostamento dell’orchestra dal marzo 2018 dalla sede londinese – testimone della sua fondazione – alla città italiana, dove si è svolto il primo concerto in onore del 2018, anno europeo del patrimonio culturale.
Da quando, nel 2016, l’orchestra rischiò di chiudere per carenza di risorse, la commissione Cultura del Parlamento europeo – allora presieduta da Silvia Costa – si è impegnata affinché la Commissione europea continuasse a finanziare tale progetto. Questo si è tradotto nel “progetto italiano” di residenza triennale 2018-2020. A breve verrà diffusa la programmazione per la stagione estiva di concerti dell’Euyo, e si terrà l’European Music Campus, un momento di formazione, performance e discussione culturale che si svolgerà come ogni anno nella città di Grafenegg, in Austria.
Giulia Doneddu