Bruxelles – Il Parlamento europeo crede nell’auto elettrica e nella mobilità sostenibile, e si appresta a entrare nel vivo dell’iter legislativo della relazione sull’installazione e diffusione di infrastrutture per combustibili alternativi nell’Unione europea, la rete necessaria per la rivoluzione della mobilità verso un modello più sostenibile.
Il testo sarà al vaglio delle commissioni interessate dopo la sessione plenaria di questo mese. Tra due settimane quindi si parte. La commissione Mercato interno voterà il parere il 4 giugno, e a seguire lo faranno le commissioni Ambiente (7 giugno) e Industria (indicativamente il 18 giugno), prima di riportare il testo alla commissione Trasporti, competente, il cui voto è previsto al più tardi l’8 ottobre. Se tutto va bene, dunque, il 12 novembre il testo potrebbe approdare in Aula.
Il testo chiama ad una rivoluzione del concetto di mobilità. Un obiettivo ambizioso di per sé, poiché implica coraggio politico e ripensamento industriale. “Oltre il 65% dei veicoli elettrici a batteria e i veicoli elettrici ibridi plug-in sono prodotti fuori dall’Unione” europea, ricorda il testo del Parlamento. Un passaggio al nuovo tipo di mobilità porterà a un cambiamento delle competenze, ed è quindi “fondamentale garantire lo slancio per rilanciare la nostra industria e creare nuovi posti di lavoro in Europa”.
Il Parlamento esorta gli Stati membri di “accelerare” i programmi di ricerca sulla mobilità elettrica mediante il pieno utilizzo dei fondi comunitari, mentre alla Commissione Ue chiede “finanziamenti adeguati e ambiziosi nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale per colmare eventuali lacune”.
La trasformazione del mercato dell’auto e dei trasporti in senso più eco-sostenibili imporrà un ripensamento del mercato stesso. Il Parlamento sottolinea “l’mportanza di garantire un accesso equo per i fornitori di energia elettrica ai punti di ricarica, per evitare situazioni di monopolio”. In tal senso invita l’esecutivo comunitario a “promuovere l’accesso aperto a tutti gli attori interessati sul mercato, per garantire che i consumatori abbiano una libera scelta di fornitori di energia e di fonti energetiche”.
La mozione è un’iniziativa non legislativa. Vuol dire che il Parlamento, qualora dovesse approvarla, avrà uno strumento per fare pressione su Commissione e Consiglio. Le tesi a supporto del documento sono pratiche. La prima è che l’auto alternativa a quella tradizionale rappresenta un settore in crescita, ma soprattutto “il passaggio a combustibili e propulsori alternativi rappresenta un’opportunità per l’industria europea piuttosto che una minaccia”, sostiene la commissione Trasporti nel suo parere.
L’opportunità è industriale, economica. E geo-politica. “Il 94% del settore dei trasporti europeo dipende dal petrolio, il 90% del quale deve essere importato, anche da alcuni Paesi politicamente instabili”. Sviluppare motori diversi da quelli a scoppio vuol dire ridurre la dipendenza energetica, i costi derivanti da minore acquisto di greggio, e i rischi da rapporti con governi poco affidabili.