Roma – In Italia 6 contributi su 10 dai Fondi dell’Unione europea sono chiesti (e ottenuti) in maniera illegittima. La fotografia è dell’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, che si è avvalso dei dati della Guardia di Finanza.
Ci sono 77 miliardi di euro per l’Italia nel bilancio Ue per il periodo 2014-2020, contributi a disposizione del nostro Paese attraverso fondi strutturali e di investimento. Nel dettaglio: 46,5 per le politiche di coesione e 31 per la politica agricola comune. Questo importante volano di crescita rischia, però, di essere depotenziato dalle tante truffe, malversazioni, frodi e altri illeciti messi in atto da furbetti, truffatori e criminalità organizzata.
Secondo la Guardia di Finanza – che ha svolto, dal 2014 al 2016, quasi 13 mila controlli – in 6 casi su 10 i contributi sono chiesti od ottenuti in maniera fraudolenta. E la percentuale sale ancora per la Pac (Politica agricola comune): 64%. Il picco delle irregolarità è nel Mezzogiorno, dove si concentra l’85% delle frodi su fondi strutturali e spese dirette della Ue. Al Centro va invece il record degli illeciti per agricoltura e pesca: quasi la metà dei casi.
In particolare, per quanto riguarda la politica agricola comune, a fronte di un flusso controllato di 1.188.677.301 euro, sono stati ben 735.690.609 euro quelli indebitamente richiesti/percepiti nel biennio 2014-2016 (quindi oltre il 61%)e per i fondi strutturali, sempre nello stesso periodo, sono stati 751.108.120 gli euro indebitamente richiesti/percepiti a fronte di un flusso di 1.265.209.578 euro (pari dunque a oltre il 59%), secondo una elaborazione della Guardia di Finanza. Che sempre tra il 2014 e il 2016 ha eseguito 12.838 interventi, controllando circa 2,4 miliardi di contributi. L’ammontare di irregolarità è risultato pari a quasi 1,5 miliardi, oltre il 60% dei fondi.
Ben 5.521 persone sono state denunciate per truffa aggravata, malversazione e indebita percezione di risorse europee. Gli arresti sono stati 71. Sono state avanzate proposte di sequestro per 587,4 milioni di euro ed eseguiti provvedimenti cautelari reali per 196,2 milioni.
I “trucchi” usati per ottenere indebitamente i contributi europei vanno dall’indicazione di prestanome “sospetti” o teste di legno alla presentazione di false polizze fidejussorie, dalla richiesta di finanziamenti sproporzionati rispetto alle potenzialità del richiedente alla falsa dichiarazione di una particolare coltivazione, fino all’indebito ottenimento di diritti all’aiuto.
Molti fondi sono stati recuperati, ma molto resta ancora da fare. Ad esempio, per il solo 2016 ci sono ancora da recuperare oltre 51 milioni, che si aggiungono ai pregressi 25 per il 2015, e i 21 del 2014 e via indietro negli anni, tutti ancora non recuperati.