Bruxelles – A dieci giorni dalla controversa decisione del presidente Usa Donald Trump di ritirare il suo Paese dall’accordo sul nucleare iraniano e reintrodurre le sanzioni contro Teheran, la Commissione europea reagisce con misure tese a proteggere le imprese che operano nel Paese mediorientale, dopo il via libera di ieri dei leader europei al summit di Sofia.
L’esecutivo comunitario ha fatto sapere in un comunicato del 18 maggio di aver “lanciato il processo formale per attivare il Blocking Statute” ovvero per estendere all’Iran un regolamento stilato nel 1996 (e mai utilizzato) al fine difendere le aziende europee che all’epoca facevano affari con Cuba e Libia nonostante l’embargo statunitense.
Il meccanismo, che deve essere aggiornato prima che le sanzioni statunitensi entrino in vigore il prossimo 6 agosto, prevede che le società europee non si adeguino agli “effetti extraterritoriali delle sanzioni statunitensi” e possano avere rimborsi dai danni eventuali nei quali potrebbero incorrere da tale mancata osservanza, ha spiegato la Commissione.
“Le sanzioni americane non saranno senza effetto – ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker – quindi abbiamo il dovere, come Commissione e Unione europea, di fare quello che possiamo per proteggere il business europeo, soprattutto le piccole e medie imprese”.
La mossa Ue costituisce la reazione alla decisione presa l’8 maggio dal presidente Trump di reintrodurre le sanzioni contro l’Iran, comprese misure contro il settore petrolifero e le transazioni petrolifere iraniane.
Oltre al Blocking Statute, l’esecutivo comunitario intende rimuovere gli ostacoli che impedirebbero alla Banca europea per gli Investimenti di sostenere gli investimenti Ue in Iran. Le misure entreranno in forza salvo obiezioni da parte del Parlamento o del Consiglio, che hanno due mesi di tempo per opporvisi.
Ieri, a Sofia – durante un summit che si è aperto con la con la caustica dichiarazione del presidente del Consiglio europeo che, rivolto a Trump, ha aperto i lavori dicendo che “con amici come questi c’è da chiedersi chi siano i nemici” – i leader hanno mostrato un sostegno unanime alle proposte presentate dalla Commissione.
A Sofia, ha detto oggi Juncker, “abbiamo visto l’unità dell’Ue” aggiungendo che “sino a che l’Iran rispetta i propri impegni” l’Ue rispetterà “un accordo essenziale per preservare la pace nella regione e nel mondo”.
La promessa di difendere a spada tratta l’accordo sul nucleare e gli affari con Teheran era stata anticipata martedì scorso dall’alta Rappresentante per la Politica Estera Federica Mogherini durante un incontro col ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.
Tuttavia, nonostante l’unità di intenti e la volontà di difendere gli interessi del business europeo dimostrato nella capitale bulgara, sono molte le perplessità di aziende e associazioni di categoria europee di fronte alle sanzioni statunitensi.
La Federation of German Industry (Bdi) – la Confindustria tedesca – ha fatto sapere tramite il suo presidente Dieter Kempf che il piano della Commissione potrebbe avere un impatto significativo sulle compagnie tedesche che operano negli Stati Uniti.
“Della strategia di Trump nei confronti dell’Iran ne fa le spese l’economia Europea”, ha però ammesso Kempf.
Anche la Total, la compagnia francese che fu tra i promotori nel 2016 del ritorno a Teheran ma che dipende dagli Stati Uniti per il proprio finanziamento, ha fatto sapere ieri che continuare a operare in Iran sarebbe un “rischio troppo grande”.
Questo nonostante il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, avesse dichiarato che “non è accettabile” che gli Stati Uniti si siano messi a fare il “poliziotto economico del pianeta”.
L’atteggiamento ostruzionista di Trump ha provocato reazioni anche su altri fronti.
Oggi la Cancelliera tedesca Angela Merkel è a Sochi, in Russia, per incontrare il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin, dopo oltre un anno di rapporti tesi per via del conflitto in Est Ucraina e le presunte interferenze di Mosca nelle elezioni dei Paesi del Vecchio Continente.
Merkel e Putin parleranno di Iran, Ucraina e North Stream 2, dopo che Trump ha minacciato sanzioni per le compagnie che lavoreranno sul gasdotto, ma non sono previste discussioni in merito al blocco delle sanzioni tedesche nei confronti di Mosca per via dell’Ucraina.