Bruxelles – La tregua elettorale è finita. La Commissione europea ha lasciato che l’Italia tenesse le sue elezioni, ma adesso, a più di due mesi dal voto, presenta il conto che era stato tenuto in sospeso. Un conto salato, recapitato alle forze politiche impegnate nel complesso processo che dovrebbe portare alla formazione di un governo. Quattro deferimenti alla Corte di giustizia è un qualcosa che si fa fatica a ricordare. L’Italia, nelle decisioni del collegio dei commissari relative al pacchetto mensile di infrazioni, ne esce con una batosta.
Le decisioni saranno ufficializzate solo domani, ma il quadro che emerge per il Paese è di quattro deferimenti alla Corte, tre messe in mora (vale a dire l’apertura di tre nuove procedure), un parere motivato (una procedura aperta in precedenza che viene portata avanti), un richiamo supplementare su un caso già aperto. Un bilancio pesantissimo per il Paese, che vede aumentare il numero di contenziosi aperti con Bruxelles (le procedure aperte passerebbero da 61 a 62).
La Commissione europea trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea per diversi motivi. Per mancata trasmissione del programma nazionale della gestione dei combustibili esauriti e dei rifiuti radioattivi. Un problema di ritardi accumulati nella più classiche dinamiche italiane: nessuno vuole ospitare i siti di stoccaggio. Così, mentre gli Enti locali litigano, l’Ue ci chiede conto di quello che non si è stati capaci di fare. A proposito di incapacità: l’Italia finora non ha saputo recepire la direttiva del 2012 sulle prescrizioni tecniche relative agli esami effettuati su tessuti e cellule umani.
Ma sono gli altri due casi di deferimenti destinati a far discutere. Viene rimproverato all’Italia di non aver risolto il problema della Xylella fastidiosa, il batterio ritenuto responsabile del disseccamento degli ulivi. Nonostante i continui richiami ci sarebbero ancora circa 3.000 piante non sradicate, secondo l’esecutivo comunitario, che adesso procede per le vie legali. Cosa che fa anche per la qualità dell’aria. In Italia si respirano ancora troppi ossidi di azoto (NO2) e polveri sottili (Pm10). L’Italia doveva abbattere le emissioni entro il 2005 e il 2010: ritardi e assenza di misure credibili hanno indotto Bruxelles ad avviare la procedure, che ora intende sottoporla all’attenzione della Corte.
“La Commissione osserva come l’Italia abbia recentemente iniziato a trasmettere dati aggiornati all’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), soltanto su alcune regioni”, scrive il commissario per l’Ambiente, Karmenu Vella, rispondendo all’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Pier Nicola Pedicini (M5S/Efdd). “Bruxelles ritiene insufficiente” il piano presentato dal governo, commenta lo stesso Pedicini, convinto che “il futuro governo varerà un piano serio ed efficace per ridurre lo smog”.
A proposito di smog. La Commissione non molla su quello prodotto dalle automobili Fca. Le 500X diesel sono oggetto di una nuova messa in mora. Si chiedono nuove verifiche sui motori montati dalle vetture, che sarebbero state messe in circolazione in violazione delle regole comunitarie in materia di emissioni di gas inquinanti. Non è questa la posizione italiana, che motiva il mancato intervento sanzionatorio per via di diverse metodologie di calcolo e diverse tecnologie di test. La Commissione però chiede all’Italia di fare chiarezza.
E non finisce qui. Perché in procedure fresche di apertura all’Italia si chiede di rimediare alle mancate attuazioni delle direttive Euratom in materia di norme di sicurezza contro l’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Ancora, terza nuova procedura avviata per questo pacchetto di infrazioni, quella per l’esenzione dal pagamento della accise per il gasolio delle imbarcazioni da diporto. Si tratta in sostanza di aiuti di Stato incompatibili con le regole comuni. infine l’Italia si vede notificare l’apertura di una procedura per il mancato rispetto della sentenza della Corte sulla gestione delle acque reflue. Servono reti fognarie che ancora non ci sono. E per questo si rimette in mora l’Italia.
Il pacchetto regalo delle infrazioni contiene indicazioni per il nuovo governo. L’Ue ha ripreso a fare sul serio, dopo mesi di ‘indulgenza’ nei confronti dello Stato membro. Le decisioni che si profilano sono lì a inchiodare l’Italia alle proprie responsabilità e soprattutto ai propri obblighi comunitari, qualunque sia la squadra di governo. Il messaggio politico sotteso alle decisioni del collegio dei commissari è questo. Dopo mesi di una tregua ormai finita.