Bruxelles – C’è anche l’Italia nella lista dei vincitori dell’edizione 2018 di ‘Europa nostra’, il premio dell’Ue per il patrimonio culturale. La Commissione europea ha reso noto la lista dei progetti che più di altri contribuiscono a promuovere le ricchezze artistico-culturali in giro per gli Stati membri. Ventinove i premi assegnati, con l’Italia che figura in quattro casi.
Quattro categorie (Conservazione, Ricerca, Servizi dedicati, Istruzione formazione e sensibilizzazione) che vedono la premiazione di 19 tra Stati membri (Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna) ed extracomunitari (Egitto, Georgia, Norvegia, Serbia, Turchia).
Per l’Italia, nella categoria ‘ Istruzione formazione e sensibilizzazione’, viene premiata Open Museum – Musei aperti, l’iniziativa che promuove siti artistico-archeologico-culturali di eredità minori, meno conosciuti che potrebbero aver bisogno di cure. Partita a Cagliari 22 anni fa, Open Museum è diventata col tempo una realtà tutta italiana che vede il coinvolgimento di 130 amministrazioni locali. Un riconoscimento alla ong Imago Mundi, chje dal 1997 coordina le iniziative e le attività di un progetto che, rileva la giuria, “accresce la consapevolezza del valore del patrimonio nello sviluppo sociale ed economico delle comunità”. Premiato anche il modo in cui l’Associazione realizza tutto ciò, vale a dire includendo istituzioni, scuole, associazioni e imprese nelle loro attività.
Premiata nella categoria ‘Conservazione’ l’Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, l’ombrello delle organizzazione senza scopi di lucro impegnato a coordinare le attività di tutela dei beni culturali della città lagunare. Attiva dal 1987, l’associazione collabora attivamente con l’Unesco per protezione e restauro della storia veneziana. La giuria premia lo sforzo pluridecennale dell’associazione.
Sempre nella categoria ‘Conservazione’ si plaude all’iniziativa italiana di dedicare una mostra a Ebla e Palmira, siti distrutti dall’Isis in Siria. La campagna ‘Rising from destruction’ (letteralmente: sorgere dalla rovine) ha visto la riproduzione in scala 1:1 del toro dalla testa umana (Nimrud), la Sala degli archivi di Ebla, e il soffitto del Tempio di Bel a Palmyra, tutte cose andate perdute a causa della furia dei terroristi islamici. L’iniziativa ha permesso di conservare quanto meno la memoria di testimonianze del passato. La stessa mostra venne organizzata a Bruxelles lo scorso anno, in occasione della prima conferenza internazionale per la Siria. In Consiglio europeo venne esposta la ricostruzione della sala degli archivi di Ebla, così come ritrovata dagli archeologi.