Bruxelles – La vicenda Boeing-Airbus crea nuove tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione europea, già alla prese con le questioni relative ai dazi Usa alle importazioni di prodotti di acciaio e alluminio a dodici stelle. L’organo di appello del Wto, l’organizzazione per il commercio, ha emesso un parere sulla controversia che si trascina da anni, e la decisione fa già discutere. Entrambe le parti reclamano la vittoria, con gli Stati Uniti pronti a “contromisure sui prodotti europei” e l’Ue che sostiene il respingimento “della maggior parte dei reclami” a stelle e strisce.
La ‘guerra dell’aria’ trans-atlantica si trascina ormai da quasi 14 anni. Agli inizi degli anni Duemila l’America di George W. Bush fece causa all’Europa, e quest’ultima intentò una contro-causa nel 2006. Il motivo è sempre lo stesso: politiche industriali nel settore aerospaziale poco ortodosse. Non c’è solo una questione di aiuti illegali, in ballo c’è molto di più: ci sono la supremazia industriale, oltre a giri d’affari miliardari. E, con l’amministrazione americana a guida Donald Trump, il rischio di un ulteriore inasprimento delle relazioni bilaterali in materia di scambi.
Gli Stati Uniti hanno da sempre accusato l’Ue di aver sostenuto l’attività di Airbus in violazione delle regole comuni, quelle del Wto. E proprio il Wto nel 2016 ha dato ragione agli Stati Uniti, rilevando che l’Unione europea e i suoi Paesi membri avrebbero fornito aiuti al consorzio europeo. Nello specifico Germania, Francia, Regno Unito e Spagna avrebbero finanziato illegalmente i progetti A300, A310, A320, A330/A340, A330-200, A340-500/600, e A380. Già nel 2011 il Wto aveva ordinato la sospensione di questi sussidi.
Oggi la nuova sentenza. A sentire la parte statunitense, l’Ue è nel torto. Il dipartimento per il Commercio americano spiega che nel dicembre del 2011 l‘Unione europea aveva ha giurato di aver eliminato oltre 18 miliardi di dollari di finanziamenti agevolati ad Airbus, quelli che il Wto aveva contestato. Gli Usa hanno portato avanti la causa, che nel 2016 ha appurato irregolarità europee. All’epoca, ricorda il dipartimento per il Commercio, “si constatò che che solo due dei 36 ‘passi’ che l’Ue ha affermato di aver preso per conformarsi erano addirittura ‘azioni’”. L’organo di appello del Wto oggi “ha confermato che gli Stati Uniti avevano ragione”, e che quindi l’Ue “viola il rispetto dei suoi obblighi dell’Organizzazione mondiale per il commercio.
L’ambasciatore per il Commercio degli Usa, Robert Lighthizer, non ha dubbi: “E’ stato dimostrato una volta per tutte che l’Ue ha ignorate le regole del Wto”. Il membro del governo Trump ricorda che gli Stati Uniti hanno subito danni per “decine di miliardi di dollari” a causa di mancati guadagni, e minaccia reazioni. “A meno che l’Ue non prenda misure per smetterla con la violazione delle regole e danneggiare gli interessi degli Stati Uniti, gli Stati Uniti dovranno andare avanti con contromisure sui prodotti dell’Ue”.
Diversa, molto diversa, la versione offerta dal commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom, secondo cui l’organo di appello del Wto “ha stabilito che la maggior parte dei sostegni dell’Ue a cui si oppongono gli Stati Uniti era scaduta nel 2011”, e che pertanto “secondo le regole del Wto l’Ue non è tenuta a intraprendere ulteriori”. Insomma, riassume Malmstrom, il Wto “ha respinto la stragrande maggioranza delle affermazioni degli Stati Uniti” circa il danno per le vendite di Boeing patite dalla politica dell’Ue. Ad ogni modo, aggiunge, “l’Ue si adopererà rapidamente per garantire di essere pienamente in linea” con il regime Wto.