Bruxelles – “L’obiettivo è salvaguardare un accordo che ha prodotto risultati”. L’Unione europea tenta di arginare l’uscita di scena degli Stati Uniti dall’intesa internazionale sul programma nucleare iraniano. Lo spiega Maja Kocijancic, portavoce della Commissione europea per le relazioni esterne, che fa parte dello staff dell’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini. Quest’ultima ha convocato per domani una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Regno Unito e Iran.
Al partner di Teheran, sottolinea la collaboratrice di Moghierini, l’Ue rinnoverà impegni e promesse mantenuti finora. L’Europa “intende preservare l’accordo attuale, il focus del nostro lavoro è questo”.
La riunione di fatto d’emergenza è stata voluta subito dopo l’annuncio del presidente Usa, Donald Trump, di abbandonare la cooperazione con la repubblica islamica. Ma la questione iraniana, alla luce delle decisioni statunitensi, stravolge le agende di tutti.
Di Iran si parlerà mercoledì nel corso della riunione del collegio dei commissari, ha anticipato il capo dei portavoce dell’esecutivo comunitario, Margritis Schinas. Di Iran si parlerà anche giovedì a Sofia, in occasione del summit dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Di Iran non si potrà non parlare domani, quando a Bruxelles arriverà il segretario generale dell’Onu, Antonio Gutierres, atteso in incontri bilaterali con i presidenti di Commissione e Consiglio europeo.
L’attività diplomatica ferve. “Siamo in contatto con tutti i partner, anche con gli Stati Uniti”, evidenzia Kocijancic, pronta a chiarire che tali contatti “continueranno”. Si vuole evitare il peggio, ma lo strappo con Washington è già consumato. Trump ha abbandonato l’accordo internazionale convinto che non abbia prodotto risultati, l’Europa è invece convinta del contrario e continua voler lavorare con Teheran.
Al ministro degli esteri iraniano, Mohammad Zarif, viene offerta piena collaborazione per andare avanti, anche a costo di isolare Stati Uniti (e Israele). L’Ue non resta insensibile e si offre come partner credibile e affidabile. Come messaggio politico non è poco, ma il rischio è che non possa bastare.