Bruxelles – Allo stato attuale la situazione non promette bene. Regno Unito e Unione europea non hanno fatto passi avanti di rilievo nei delicati quanto complessi negoziati che devono ridisegnare i loro rapporti a seguito della Brexit. La riunione dei ministri degli Affari europei riuniti per l’occasione (esclusa l’Italia, non presente a livello politico) ha registrato “l’assenza di progressi sostanziali” nel processo negoziale.
C’è talmente poco da dire che lo stato dell’arte ha dovuto descriverlo Ekaterina Zaharieva, vice primo ministro e ministro degli Esteri della Bulgaria, Paese con la presidenza di turno. Michel Barnier, negoziatore capo dell’Ue per la Brexit, ha lasciato la sede del Consiglio senza tenere la conferenza stampa finale di rito. Basta questo a far capire quanto i dossier siano fermi. Barnier ha preferito recarsi ad un dibattito sulla Brexit, forse a ragion veduta.
“Da marzo a oggi non sono stati fatti molti progressi”, rileva Zaharieva al termine del consiglio Affari generali. E’ questo il succo di quanto detto da Barnier ai ministri degli Stati membri. Per fine giugno, quando si terrà il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, si vorrebbero “progressi sostanziali” su Irlanda, governance, e “tutte le altre questioni legate alla separazione” del Regno Unito dal blocco oggi a ventotto.
La ministra degli Esteri bulgara esprime dunque l’auspicio generale di “un maggiore impegno da parte del governo britannico nelle prossime ”, dato che è Londra che ha l’onere di dover dire cosa intende fare. E quando si parla di Irlanda, “i nostri team negoziali ancora non hanno avuto risposte sul come avverrà la Brexit senza restrizioni di frontiera tra Irlanda e Irlanda del nord”.
I giorni corrono e si inizia a temere di non fare in tempo. Zaharieva ricorda che c’è tempo fino a ottobre per trovare un accordi su ritiro uscita del Regno Unito dall’Ue e transizione. Da ottobre a marzo 2019, quando Londra sarà fuori dall’Ue, è quanto servirà ai 27 Parlamenti nazionali per ratificare l’accordo. Ammesso che ve ne sia uno. “Vogliamo raggiungere una Brexit ordinata”, ribadisce la presidenza bulgara del Consiglio. Che attende le proposte della controparte.