Bruxelles – La ripresa nell’area euro rallenterà e la fiducia crolla. Questo è quanto rilevato gli esperti dell’istituto per le ricerche economiche Ifo dell’Università di Monaco il 2 maggio, che hanno analizzato il “clima economico” e le aspettative future dei Paesi dell’area euro nel secondo trimestre del 2018.
Rispetto a quanto ci si aspettava, le “aspettative future della situazione economica” sono state ridimensionate, dicono gli esperti, passando da una crescita attesa del 2,2% per quest’anno, contro una del 2.4% per il 2017. Paradossalmente, in un periodo di disoccupazione elevata tra laureati e individui specializzati, uno dei motivi principali è la “carenza di personale qualificato”.
Secondo l’Ifo, Il “clima economico” nei 19 si dunque è ridotto di oltre 10 “punti di equilibrio”- indicatori utilizzati dall’istituto per valutare la situazione economica generale – passando dai 43,2 del primo trimeste del 2018 a 31,1– con una parziale eccezione della Spagna dove, dopo il crollo del 2017 vi è stata una parziale ripresa.
Tra i Paesi “chiave” dell’Eurozona, l’Italia fa la parte del fanalino di coda, dal momento che dal quarto mese dell’anno corrente il clima si e “rannuvolato” in modo peggiore del previsto, mentre in Francia e Germania, a una situazione attuale ancora valutata positivamente, fanno riscontro previsioni tutt’altro che rosee per il futuro.
Alcuni degli esperti hanno una visione particolarmente negativa per quel che riguarda il futuro degli gli investimenti interni, i consumi privati e la domanda per le esportazioni, mentre il tasso di inflazione atteso per quest’anno è sceso all’1,6 percento.
Nonostante questo, dicono gli studiosi, e nonostante il ridimensionamento delle aspettative, la situazione è tutt’altro che drammatica.
Essa rimane anzi, complessivamente, ancora “molto buona” dato che i valori dello scorso trimestre avevano registrato la presenza di una situazione economica estremamente positiva, la migliore dal 2000 in poi – quindi ben prima dell’inizio della crisi del 2008.
Per quanto l’Ue a 28, secondo i dati di Eurostat – usciti anche essi il 2 maggio – l’economia del blocco è cresciuta dello 0,4% nel primo quarto del 2018, rispetto allo 0,7% nel primo quarto del 2017.
Parlando la scorsa settimana, il Presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi aveva avvertito che una certa “moderazione” era in atto nella crescita, a causa di “rischi legati a fattori globali”, comprese le minacce dell’aumentato protezionismo, soprattutto dopo lo scontro Stati Uniti – Cina sui dazi.