Roma – Dopo che il “senatore semplice” del Partito democratico Matteo Renzi ha chiuso a ogni ipotesi di dialogo con il M5s, il capo politico del Movimento, Luigi di Maio, considera chiusa ogni possibilità di formare una maggioranza. Quindi vuole di tornare al voto a giugno, e si appella al leader della Lega, Matteo Salvini, perché condivida la richiesta davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella. Appello che il leghista sembra poco propenso ad accogliere, almeno per il momento. Il trionfo in Friuli Venezia Giulia – dove il candidato del centrodestra Massimiliano Fedriga, ex capogruppo del Carroccio a Montecitorio, ha conquistato la presidenza della Regione – ha gasato il segretario delle camicie verdi, che adesso sembra puntare a un governo di minoranza.
Con un tweet derisorio verso gli avversari politici, in cui mostra al Pd e a M5s un due di picche
Dopo i Molisani, anche donne e uomini del #FriuliVeneziaGiulia ringraziano il PD per l’egregio lavoro svolto, e salutano Di Maio & Compagni.
GRAZIE!!!!!#andiamoagovernare io sono pronto!#elezioniFVG #RegionaliFVG #Fedriga pic.twitter.com/uRipupZdFA— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 30, 2018
Salvini ringrazia gli elettori che lo hanno premiato e rilancia l’hashtag #andiamoagovernare, assicurando: “Io sono pronto”. È attratto dalla proposta caldeggiata dal suo alleato, Silvio Berlusconi, di chiedere il mandato per un esecutivo che si presenti in Parlamento cercando lì i voti – o meglio le non partecipazioni al voto – necessari per la fiducia.
Diversi esponenti del centrodestra continuano a suggerire l’idea di un governo della coalizione sostenuto anche dai 5 stelle, ma da Di Maio la chiusura è netta. Il leader pentastellato considera chiusa ogni possibilità di formare una maggioranza sulla base di un contratto di governo. “Non ho mai pensato che sarebbe stato facile, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato impossibile”, dice dal proprio profilo Facebook il candidato M5s per Palazzo Chigi, accusando “tutti i partiti” di pensare solo “al loro orticello”. “A questo punto, per me non c’è altra soluzione: bisogna tornare al voto prima possibile”, sostiene. Poi si appella a Salvini: “Andiamo insieme a chiedere di andare a votare, e facciamo finalmente questo secondo turno a giugno”. Il capo politico M5s non trova neppure necessario cambiare la legge elettorale per introdurre un doppio turno, perché è convinto che già così si tratterà di un ballottaggio “tra rivoluzione e restaurazione”.
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/1693780210658518/
La decisione, se tornare al voto o affidare un incarico a Salvini per un governo di minoranza spetta al capo dello Stato, che probabilmente muoverà il prossimo passo mercoledì prossimo, una volta trascorsa la Festa del lavoro. L’inquilino del Colle è poco incline a tornare al voto, soprattutto con la stessa legge elettorale. Per riaprire le urne a giugno dovrebbe sciogliere le camere in questa settimana, senza neppure aver affidato un incarico vero e proprio. Più probabile che convochi un ulteriore giro di consultazioni, al termine del quale, se avanzata dal centrodestra unito e magari con sponde nei gruppi misti di Camera e Senato, Mattarella provi la strada del governo di minoranza. L’alternativa è tirare fuori un coniglio dal cilindro.