Bruxelles – La decisione approvata dall’Ue il 27 aprile di vietare tutti gli usi esterni di tre pesticidi indicati come i maggiori responsabili del ricorrente fenomeno della moria delle api ha ottenuto il voto favorevole dell’Italia. Nel comitato tecnico competente. Con Roma hanno votato altri 15 Stati membri, fra cui tutti i più grandi (Germania, Francia, Regno Unito e Spagna). I pesticidi colpiti dal divieto (Clothianidin e Imidacloprid della Bayer e Thiamethoxam, prodotto da Syngenta) appartengono alla classe dei “neonicotinoidi”.
Lo stesso governo italiano, tuttavia, ha decretato solo un mese fa che proprio uno di quei tre pesticidi (l’Imidacloprid) possa essere usato in modo massiccio e generalizzato e in ben quattro applicazioni obbligatorie annuali, a partire dal 30 aprile, in una zona che comprende tutta la penisola salentina, in Puglia, e gran parte delle province di Brindisi e Taranto.
L’obbligo (previsto dal decreto del ministro Martina del 13 febbraio 2018) di avvelenare con un gran numero di pesticidi, compreso l’Imidacloprid che presto sarà fuori legge in tutta l’Ue per tutte le applicazioni esterne alle serre, un’area tanto vasta del territorio italiano è stato motivato con la necessità di lottare contro un batterio, la Xylella fastidiosa, che viene considerato responsabile del disseccamento degli ulivi in Puglia (anche se il batterio è stato individuato solo in una piccola parte, l’1,8%, delle piante che mostrano i sintomi del disseccamento, addebitabile dunque anche ad altre cause).
L’uso dei pesticidi, insieme alla rimozione delle erbe spontanee, è considerato dal decreto Martina necessario per sterminare le popolazioni di una minuscola cicalina, la “Sputacchina” (Philaenus Spumarius), che è accusata di fare da vettore del batterio, inoculandolo nella linfa degli ulivi e delle altre piante ospiti.
Il comportamento del governo rispetto all’Imidacloprid in Puglia è stato denunciato in una recente interrogazione dell’europarlamentare del M5s Rosa D’Amato alla Commissione europea, in cui si chiede all’esecutivo comunitario “come intenda far rispettare il divieto d’uso di tale sostanza su un’area così vasta”.
Ma l’obbligo di usare i pesticidi imposto dal governo sembra in contraddizione, più in generale, anche con un’altra normativa Ue. Si tratta della direttiva 2009/128, recepita nell’ordinamento italiano con il decreto legislativo 150 del 14 agosto 2012, che prescrive “l’uso sostenibile” dei pesticidi, che sono sottoposti a una serie di accorgimenti, limitazioni, riduzioni, misure di tutela delle acque, valutazioni d’impatto e misure di “difesa integrata obbligatoria” di cui non c’è traccia nel decreto Martina sulla Xylella.