Bruxelles – In attesa di sapere come andrà a finire il difficile confronto sul protezionismo e la guerra dei dazi innescata dall’amministrazione Usa, l’Ue compie un nuovo, importante passo in avanti sulla strada degli accordi di libero scambio rafforzando la sua rete di alleanze internazionali. La Commissione europea e il governo messicano, dopo quasi due anni di trattative, il 21 aprile hanno raggiunto un accordo politico che prevede la rimozione del 99% dei dazi, delle tariffe e in generale delle barriere commerciali applicate ai prodotti Ue (tra cui la pasta e formaggi come il gorgonzola). Nonché il riconoscimento di altre 340 prodotti a indicazione geografica protetta (che salgono a 450) che vengono così messe al riparo da imitazioni e contraffazioni.
“Con questa intesa il Messico si aggiunge a Canada, Giappone e Singapore nella lista dei Paesi che vogliono lavorare con l’Ue per difendere un commercio equo e aperto”, è stato il commento del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. E per la commissaria responsabile per il settore, Cecilia Malmstroem, è anche un “messaggio forte agli altri partner” come gli Usa: quando entrambe le parti sono convinte dei vantaggi “è possibile modernizzare le proprie relazioni”. Una posizione condivisa dal ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, secondo il quale la notizia dell’accordo, oltre a essere una “importante novità” è un “passo importante verso l’affermazione di un principio di relazioni commerciali internazionali basate su di una equa ripartizione dei benefici del commercio e sul rispetto di alti standard sociali ed ambientali”. Specie ora che “nuove spinte protezionistiche si affacciano all’orizzonte” ed è “forte il bisogno di governare la globalizzazione”. L’intesa, per il commissario all’agricoltura Phil Hogan, apre “nuove importanti prospettive” per l’export Ue di prodotti agroalimentari di alto livello e la creazione di lavoro.
Ma non la pensa così Coldiretti, secondo la quale l’accordo è invece il frutto di una “scelta autolesionista” contro la quale promuoverà una “mobilitazione popolare per fermare il cibo falso”. Secondo Coldiretti, il Messico potrà “produrre e vendere oltre il 90% degli 817 prodotti a denominazione di origine nazionali riconosciuti in Italia e nell’Ue come il Parmesano, i salamini e il vino Dolcetto ‘Made in Messico’. Secondo l’organizzazione agricola, “il furto di identità delle produzioni più tipiche è un costo troppo elevato per l’Italia” e “non compensato dalla riduzione delle barriere tariffarie per formaggio e pasta”.
In ogni caso, l’accordo trovato aggiorna quello entrato in vigore nel 2000, dovrebbe essere formalizzato entro la fine dell’anno per poi essere approvato da Parlamento e Consiglio Ue e prevede una forte riduzione delle formalità anche per l’esportazione verso il Messico dei beni industriali. L’interscambio di beni e servizi tra Ue e Messico vale circa 77 miliardi di euro e le esportazioni dell’Unione verso il partner sud-americano hanno raggiunto i 48 miliardi di euro (l’Italia esporta per 4 miliardi e registra un attivo commerciale di 3,3 miliardi). Dal 2000, cioè dall’entra in vigore della prima intesa commerciale bilaterale, l’interscambio tra Ue e Messico è cresciuto del 148%.
Notizia tratta da EdnHub.