Roma – Dopo il tentativo di sondare le possibilità di un’intesa di governo tra il centrodestra e il Movimento 5 stelle, il capo dello Stato Sergio Mattarella vuole capire quali siano i margini per una maggioranza tra M5s e Pd. È questo l’obiettivo del nuovo mandato esplorativo affidato al presidente della camera Roberto Fico, che dovrà tornare al Colle per riferire entro giovedì. “Mi metterò al lavoro da subito”, ha detto Fico uscendo dallo Studio alla vetrata del Quirinale. “Secondo me”, ha aggiunto, “il punto fondamentale è partire dai temi per l’interesse del Paese e dal programma per l’interesse del Paese”.
La notizia del mandato è stata accolta con un “in bocca al lupo” espresso su twitter dal capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, al compagno di partito
Oggi il Presidente Mattarella ha convocato il presidente della Camera @Roberto_Fico per assegnargli un mandato. Faccio un grosso in bocca al lupo a Roberto e sono sicuro che interpreterà al meglio quanto sarà richiesto dal capo dello Stato. pic.twitter.com/ExyAdJ6TSC
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) April 23, 2018
Di tutt’altro segno la reazione del segretario della Lega, Matteo Salvini, che parla di “presa in giro”. A suo avviso, “bisogna rispettare sempre le indicazioni del presidente Mattarella, ma farò di tutto perché questa presa in giro non accada”, ha dichiarato riferendosi a un accordo che riporti i dem al governo.
L’invito di Fico a impostare il dialogo sui programmi non è casuale. Arriva mentre i 5 stelle presentano la loro bozza per un contratto di governo, contenente 10 punti su cui intavolare l’accordo. Intesa che in linea teorica è possibile con il Pd, come la missione del presidente della Camera ha il compito di verificare, ma è altrettanto realizzabile, sempre a livello teorico, con la Lega. Ammesso che nel corso delle consultazioni a Montecitorio cada la posizione aventiniana del Partito democratico – cosa per nulla scontata visti i no a un’intesa con i 5 stelle arrivati subito da diversi esponenti dem – rimane il problema dei numeri risicati su cui conterebbe una maggioranza M5s-Pd. Per questo l’ipotesi di un governo giallo-verde è tutt’altro che tramontata e, in effetti, il mandato che Mattarella ha affidato alla terza carica dello Stato sembra un modo per concedere ulteriore tempo alle forze politiche.
Con le elezioni regionali in ballo in Molise – si è votato ieri e ha vinto il candidato di centrodestra Donato Toma, con il 43,5%, sul pentastellato Andrea Greco (38,5%) e sul candidato di centrosinistra Carlo Veneziale (17,1%) – e in Friuli Venezia Giulia, dove si voterà domenica prossima, è difficile che si possano compiere i passi necessari a superare i tabu per un accordo. Dopo che avranno votato anche i friulani, invece, potrebbe essere più praticabile per Berlusconi fare un passo indietro, accettando di partecipare solo con un appoggio esterno a un governo formato da Di Maio e Salvini, oppure che il leader del Carroccio trovi il pretesto per rompere l’alleanza con Forza Italia, magari attribuendo all’ex Cavaliere la responsabilità.
Vista la tabella di marcia indicata dal Colle, è proprio alla prossima settimana che si dovrebbe arrivare, dato che Fico tornerà al Colle giovedì e il capo dello stato potrebbe prendersi poi un paio di giorni di riflessione, come ha fatto dopo il mandato della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. A quel punto sarà ormai chiaro se si sarà creato lo spazio per un accordo politico di governo, che sia sull’asse M5s-Lea o M5s-Pd, o se Mattarella dovrà forzare la mano provando la carta di un governo del presidente. Ipotesi che però potrebbe scontrarsi con i veti tanto di Salvini quanto di Di Maio. Entrambi i leader infatti farebbero fatica a sostenere l’ennesimo esecutivo non legittimato da una chiara indicazione popolare.