Berlino – “Abbiamo bisogno di un dibattito aperto e, alla fine, della possibilità di scendere a compromessi”, non lascia dubbi Angela Merkel, la cancelliera tedesca, alla fine del bilaterale insieme al presidente francese Emmanuel Macron. Si è cercata una linea comune per il rilancio dell’Unione europea, ma al momento ancora nulla di fatto, l’aggiornamento è per giugno, quando i ministri francesi e tedeschi si incontreranno per discutere varie tematiche, mentre a Bruxelles l’appuntamento è per il prossimo Consiglio europeo di giugno.
La ‘Kanzlerin’ (cancelliera) ha atteso Macron nel cantiere del nuovo Humboldt Forum, distrutto sotto la Rdt e ora in ricostruzione, un futuro centro di scambio culturale tra Francia e Germania su globalizzazione e immigrazione. Un spunto per la metafora utilizzata dai due leader: l’Europa è ancora un cantiere che va ricostruito. Ma per farlo c’è bisogno di impegno da entrambe le parti. Impegno che, secondo il presidente francese, dovrà dipanarsi sotto diversi aspetti, partendo dall’unione bancaria, economica, la sicurezza, il diritto di asilo, la politica estera e l’energia. “La volontà è quella di avanzare e di farlo insieme” ma per questo c’è bisogno dell’approvazione tedesca.
Approvazione non del tutto certa. La coalizione di governo della ‘Bundesrepublik’ è piuttosto litigiosa, e proprio in questi giorni Alexander Dobrindt della Csu ha escluso decisamente la possibilità di un’intesa sulle proposte francesi. Il punto più duro da far digerire all’interno del partito di Merkel è quello di mettere in comune i debiti europei, argomento che potrebbe trovare l’opposizione da parte dell’opinione pubblica tedesca. Inoltre, la Germania si è già impegnata a contribuire maggiormente al bilancio europeo in seguito all’uscita della Gran Bretagna.
Merkel e Macron si sono detti d’accordo sul fatto che ci sia bisogno di impegno per ridare voce ai cittadini europei, agendo con “la stessa forza che hanno avuto i nostri predecessori”. Nell’aria conviviale dell’incontro, il più entusiasta è parso l’inquilino dell’Eliseo, che dopo le sue proposte di vasta portata per la riforma dell’Unione europea ha visto una Germania piuttosto scettica, ma si è speso nell’elogiare questa Ue che “sta tenendo duro sotto diversi punti di vista, come la sicurezza (terrorismo), il commercio (Donald Trump) e i nazionalismi (il quartetto di Visegrad)”.
Il francese, pur riscontrando lo scetticismo tedesco, ha ricordato che i punti della riforma dell’Unione economica e monetaria sono “il cuore della nostra politica”, e che in questo momento c’è bisogno di “responsabilità e solidarietà, costruendo adeguate strutture economiche che possano portare a una convergenza sull’unione monetaria e bancaria”.
Non è sfuggito nemmeno il tema della politica comune di asilo. Sono stati riconosciuti gli sforzi da parte dell’Italia e della Grecia, che “geograficamente soffrono maggiormente dell’emergenza migratoria che non si fermerà”, secondo Macron. La soluzione è quella di cambiare il regolamento di Dublino, soluzione auspicata da diversi leader europei ma che per ora rimane appesa a un difficile accordo in Consiglio. Allo stesso tempo bisogna sviluppare un meccanismo comune di difesa delle frontiere e una politica umanitaria intra ed extra europea, oltre all’armonizzazione delle leggi degli Stati membri.
Sulla crisi in Siria, poi, Macron ha ribadito la validità dell’intervento francese anche senza passare per l’Organizzazione delle Nazioni unite, giustificando la scelta con la necessità di un intervento rapido e assolvendo la Cancelliera per non aver partecipato all’intervento perché l’esigenza di un passaggio parlamentare avrebbe rallentato l’operazione. Un tentativo di celare che anche su questo dossier caldo Parigi e Berlino non hanno identità di vedute.
Nonostante il piglio visionario di Macron e la posatezza di Merkel, il bilaterale ha dimostrato ancora una volta le ottime relazioni tra i due Paesi. “L’Europa può far valere i propri interessi solo insieme”, hanno ricordato i due leader, ma a vederli vicini di fronte a un pannello del futuro Humboldt Forum davano l’idea che qualsiasi cambiamento dovrà passare per la loro approvazione, mantenendo l’asse delle decisioni europee sulla linea Parigi-Berlino.