Bruxelles – Mentre l’Europa è costantemente all’erta per la minaccia del terrorismo islamico, l’Eta, l’ultimo rimasto tra i “vecchi” gruppi terroristici del nostro continente, ha deciso di farsi da parte, annunciando l’intenzione di proclamare il proprio scioglimento all’inizio del maggio prossimo.
La decisione è stata presa a un anno dalla fine della “campagna separatista armata”, che ha comportato, nell’aprile 2017, la consegna di pistole ed esplosivi, dopo che nel 2011 il gruppo aveva decretato il cessate il fuoco.
Si conclude così la vicenda di un gruppo terroristico che ha insanguinato la Spagna per oltre mezzo secolo – l’ultimo rimasto tra i promotori delle insurrezioni armate nei Paesi europei – con un bilancio di 850 vittime sacrificate in nome della causa separatista basca.
Il governo spagnolo non ha in alcun modo commentato l’iniziativa. Dettagli sull’evento verranno annunciati lunedì prossimo dall’avvocato sudafricano Brian Currin e altri membri del gruppo di mediazione International Contact Group.
L’Eta (acronimo di Euskadi Ta Askatasuna – Paese Basco e Libertà) nacque nel 1959 sulla scia del risentimento basco scaturito dalla repressione politica del generale Francisco Franco, dittatore in Spagna per oltre 35 anni. La campagna armata, che includeva omicidi politici e attacchi esplosivi – anche contro la popolazione civile – subì un’escalation durante gli anni ’60 cui fece riscontro una feroce repressione da parte delle autorità governative.
Una generale ripulsa nei confronti delle azioni del gruppo terroristico iniziò a serpeggiare – in patria e all’estero – a partire dal 1987, anno in cui una bomba collocata su un’automobile uccise una donna incinta e i suoi due bambini. Il crescente rigetto popolare, unito alla concessione di un’ampia autonomia fiscale alla regione da parte del governo centrale spagnolo, nel 1981, ha portato all’affievolirsi della campagna basca.
Nonostante la decisione dell’organizzazione, i conti col passato sono tutt’altro che un capitolo chiuso nel Paese iberico. Con una sentenza di mercoledì 18 aprile, la Corte suprema spagnola ha confermato a due membri dell’organizzazione, Liher Aretxabaleta Rodriguez e Alaitz Aramendi Jaunarena, una condanna a 535 anni di carcere ciascuno per l’attentato dinamitardo di Madrid, che nel maggio 2005 aveva provocato 45 feriti. In Spagna la pena massima effettiva prevista ammonta a 30 anni di carcere.
Nel frattempo a Madrid si intensifica il dibattito riguardo la libertà di espressione, dopo che due rapper spagnoli sono stati condannati al carcere per incitamento al terrorismo e insulto alla Corona.
La dissoluzione dell’Eta in Spagna arriva nello stesso periodo in cui in Italia si celebra il quarantennale dell’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, il più tristemente noto di una serie di gruppi terroristici che ha lasciato una lunga scia di vittime nell’Italia degli anni di piombo. All’epoca l’intera Europa era soggetta a questi fenomeni eversivi, che, se in Spagna come in Irlanda, con l’Ira, facevano del separatismo e di questioni territoriali la loro ragion d’essere, in Italia e in Germania – dove operava la Raf – si legavano a ragioni politiche, in uno scacchiere internazionale monopolizzato dalle logiche Guerra Fredda.