Roma – Un ‘parental control’ per gli utenti ‘under 15’ e una stretta sul sistema di riconoscimento facciale che negli Stati Uniti ha scatenato una class action. Facebook adegua la privacy su questi due temi caldi in vista del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), in vigore dal 25 maggio, a poche settimane dallo scandalo Cambridge Analytica. E assicura che l’aggiornamento valicherà i confini europei per estendersi al resto del mondo. Ma non mancano le critiche. “Continua a non rispettare la privacy dei minori”, tuona il Moige, il Movimento Italiano Genitori.
A partire da questa settimana in Europa, gli utenti compresi nella fascia d’età tra i 13 (al di sotto non ci si può iscrivere al social) e i 15 anni “avranno bisogno del permesso di un genitore o di un tutore per compiere azioni specifiche sul social network”, spiega Facebook. Saranno limitate le informazioni sensibili che gli adolescenti hanno condiviso, come la città natale, il compleanno, le opinioni religiose, politiche e l’interesse agli eventi. Inoltre, non sarà contemplata l’opzione ‘pubblico’ che per tutti gli utenti è predefinita e consente ad esempio di mettere in chiaro i messaggi a tutti, anche ai non amici. In pratica i ragazzi saranno meno profilabili, soprattutto ai fini della pubblicità. “Questi adolescenti vedranno una versione meno personalizzata di Facebook, con condivisione limitata e annunci meno rilevanti, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore o tutore di utilizzare tutti gli aspetti del social network”, spiega la piattaforma di Mark Zuckerberg. Provvedimenti importanti che si spera non verranno aggirati da genitori poco solerti o dai ragazzini che fino ad ora, barando, hanno potuto iscriversi a Facebook nonostante le limitazioni sulla soglia d’età richiesta, 13 anni. Secondo il Moige, l’adeguamento del social alle nuove leggi sulla privacy Ue risulta “in evidente contrasto con la legge italiana ed i diritti inalienabili dei genitori” ed è “inaccettabile che si consenta l’iscrizione e quindi la sottoscrizione di un contratto tra un social ed un minorenne tra i 13 e i 16 anni”.
Un altro tema caldo affrontato da Facebook in questo adeguamento alla privacy europea, riguarda il riconoscimento facciale che in Europa non è ancora attivo. Sarà disabilitato ai minori di 18 anni e sarà facoltativo per tutti, anche al di fuori dei confini europei. “Aiuta gli utenti a proteggere la privacy ad esempio rilevando quando altri tentano di utilizzare l’immagine di una persona come immagine del proprio profilo”, sottolinea la piattaforma. Ma negli Stati Uniti un giudice federale ha dato il via libera ad una class action, riconoscendo l’uso illegale del sistema senza il permesso degli utenti.
Infine, in adeguamento alla Gdpr (il regolamento europeo sulla protezione dei dati), gli utenti di Facebook sceglieranno se far usare al social i dati raccolti dai partner pubblicitari e potranno anche cancellare informazioni del profilo come quelle politiche e religiose.
“Dallo scandalo Cambridge Analytica emerge quanto siano importanti i dati personali di tutti i cittadini del mondo, mi auguro che Facebook collabori pienamente, non possiamo essere compiacenti o dormire sugli allori”, ha sottolineato la Commissaria europea alla giustizia, Vera Jourova. E il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, scrive a Mark Zuckerberg sottolineando l’esigenza di riferire all’Assemblea come “così come ha fatto davanti al Congresso Usa”.
Nella sua lettera, Tajani ricorda che il quartier generale internazionale di Facebook è a Dublino, cioè sul territorio Ue, e che la prevenzione di qualsiasi uso distorto dei dati degli utenti del social network deve essere valutato nel quadro dell’entrata in vigore delle nuove norme sulla protezione dei dati fissata per il prossimo 25 maggio. Il presidente del Pe mette in evidenza che una delle priorità future del Parlamento sarà il rafforzamento delle norme al fine di assicurare il buon funzionamento del mercato digitale e un alto livello di protezione per i cittadini. In questa ottica, prosegue Tajani, “ci aspettiamo da tutti gli interessati piena collaborazione. Credo che la sua presenza all’Europarlamento rappresenterebbe un importante segnale in questa direzione. Siamo convinti che milioni di europei colpiti dallo scandalo Cambridge Analytica meritino una piena e accurata spiegazione dal top manager di Facebook, così com’è stato nel caso dei cittadini statunitensi”. Inoltre, scrive ancora il presidente del Pe, è “urgente fornire chiarimenti convincenti” sul ruolo di Cambridge Analytica nel referendum inglese sulla Brexit, nonché nelle campagne elettorali svoltesi in altri Paesi Ue “anche in vista delle prossime elezioni europee”.
Notizia tratta da EdnHub.