Bruxelles – Lavorare, con determinazione, ad una “rEUnaissance” europea, che sia in primo luogo culturale, “nel senso più largo che comprende valori, scienza, coinvolgimento dei cittadini”. Luca Jahier, italiano, eletto questa mattina presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) sceglie questa parola inventata per l’occasione per illustrare il senso del suo mandato.
Per i prossimi due anni e mezzo Jahier sarà alla guida di questo organo dell’Ue che rappresenta la società civile organizzata. Le due nuove vicepresidenti sono Milena Angelova (Bulgaria), rappresentante del Gruppo degli imprenditori per il Bilancio, e Isabel Caño Aguilar (Spagna), rappresentante dei sindacati, per la Comunicazione. E’ la prima volta che queste due cariche vanno tutte a delle donne nella storia del Cese, e il neo presidente ha deciso di dare pienezza a questa scelta di politica di genere scegliendo una donna anche come capo di gabinetto.
Nel suo appassionato intervento di questa mattina alla sessione plenaria del Cese, che ha segnato la fine del mandato di Georges Dassis, Jahier ha indicato le quattro priorità del suo programma: lo sviluppo sostenibile, la promozione della pace, un ruolo più incisivo per la cultura e l’impegno a dar voce ai giovani europei.
“Vi invito tutti a partecipare con me ad un impegno civico forte per un nostro futuro europeo sostenibile. Vi invito a immaginare con me un’Europa percorsa da nuove energie e a lavorare insieme per un secondo Rinascimento europeo!”, ha detto l’italiano rivolgendosi ai 350 membri che compongono il Cese.
“Noi costruiamo consenso – ha detto Jahier incontrando i giornalisti a margine dell’elezione – anche più di altre istituzioni perché non siamo un organo legislativo e abbiamo la libertà di scoprire nuove frontiere”.
L’Europa esce dalla crisi economica, ha affermato Jahier, “tuttora afflitta da elevati livelli di povertà, da una crisi migratoria ancora lontana da una soluzione, nonché da scarsa fiducia nelle istituzioni democratiche”. Per questo, sostiene, è necessaria “una potente rivoluzione umanistica e un processo di trasformazione simile a quello del Rinascimento”.
Jahier poi è in attesa di vedere come i governi si comporteranno nella preparazione del nuovi Bilancio Pluriennale dell’Ue, che, dice “deve rispecchiare gli impegni presi con l’approvazione del Pilastro sociale europeo con l’attenzione necessaria anche alle nuove sfide economiche da affronatre con il dopo Brexit”..
Il programma del nuovo presidente pone l’accento anzitutto sullo sviluppo sostenibile, che dovrebbe essere sotteso a tutte le trasformazioni che plasmeranno l’Europa di domani, come la quarta rivoluzione industriale, un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio, le sfide sempre più forti ai valori dell’Ue, le minacce per la pace e la stabilità alle frontiere dell’Unione e altri mutamenti ancora.
Iniziative dal basso che coinvolgano i governi locali e regionali, i cittadini e la società civile, secondo il nuovo presidente ricopriranno un ruolo chiave in questa agenda volta a conseguire la prosperità economica, la quale deve andare di pari passo con la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale”.
La seconda priorità del mandato di Jahier è la promozione della pace, che “non andrebbe data per scontata – ha detto – oggi che l’Ue deve fronteggiare sfide quali la Brexit, le crescenti tensioni nei Balcani occidentali, l’ascesa del terrorismo e il diffondersi di pratiche non democratiche in alcuni Stati membri”.
La terza priorità della nuova presidenza è un ruolo più incisivo per la cultura, considerata da Jahier una forza unificante e trainante per un’Europa che condivide un patrimonio, una storia e valori comuni. “La cultura può aiutarci a superare la crisi sistemica, politica e di identità in atto in Europa, e può incitarci a sognare, a creare nuove prospettive”, ha sottolineato.
La quarta e ultima priorità consiste nel fare dei giovani “i veri e principali promotori del cambiamento e nel dare loro lo spazio e la voce in capitolo che meritano”.
Jahier ha elogiato il lavoro svolto da suo predecessore, Georges Dassis, su temi importanti quali la migrazione, il pilastro sociale e il futuro dell’Europa, ed ha assicurato che proseguirà il cammino così iniziato e si adopererà affinché il Cese si trovi ad affrontare da una posizione migliore la lotta alle tendenze nazionaliste e populiste – in crescita in molti Stati membri – e il problema di uno spazio civico che si va riducendo.
Jahier ha promesso che il Cese prenderà attivamente parte ai prossimi “appuntamenti strategici”, come il vertice dell’Ue sul futuro dell’Europa e la partecipazione alle “consultazioni dei cittadini” proposte dal Presidente francese Macron. Il Comitato deve anche migliorare la cooperazione con le altre istituzioni dell’Ue e rafforzare il dialogo con la società civile in senso lato in tutti i paesi dell’Unione.
“Abbiamo l’opportunità di dare un nuovo impulso all’impegno della società civile europea. Per l’Europa di domani, dobbiamo averne il coraggio; dobbiamo avere l’ardire di immaginare un mondo nuovo. Non c’è tempo da perdere – ha ammonito Jahier -, dato che in molti casi le sconfitte che punteggiano il corso della Storia si possono riassumere in due sole parole: troppo tardi”..
La vice presidente Milena Angelova, ha sottolineato che “il Comitato ha un ruolo unico ed essenziale da svolgere, poiché si trova nella posizione giusta per presentare una visione equilibrata delle parti sociali e della società civile organizzata su come collaborare in modo più efficace alla costruzione di un’Europa più unita e più federale …Sono convinta che il motto dell’attuale presidenza bulgara del Consiglio dell’Unione europea – ‘L’Unione fa la forza’ – abbia per noi una rilevanza diretta e meriti la nostra piena adesione”.
Isabel Caño Aguilar ha spiegato: “Noi siamo la voce dei lavoratori, dei datori di lavoro, degli attivisti, di chi fa volontariato, dei consumatori, dei disabili, degli agricoltori. Noi siamo il cemento con cui sono state realizzate le fondamenta dell’Europa, lo siamo oggi e continueremo a costituirne le fondamenta anche in futuro”. Secondo la sindacalista “il Comitato è l’autentico luogo del dialogo, il ponte tra le istituzioni europee e i meccanismi che assicurano il funzionamento di ogni singolo elemento. E, investiti di questo ruolo, noi abbiamo il compito di prestare ascolto e di esprimere il nostro punto di vista”.
Torinese, nato nel 1962, Jahier è stato tra i fondatori del Forum italiano del terzo settore e dirigente esponente delle Acli. E’ membro del Cese dal 2002, e dal 2011 è stato presidente per tre mandati consecutivi del Terzo gruppo ‘Attività diverse’, che riunisce rappresentanti di organizzazioni della società civile come ong, e il mondo del volontariato