Bruxelles – Nei Paesi dell’Ue e dell’Ocse le politiche locali d’integrazione dei migranti non sono adeguate, secondo quanto emerge da un report Ocse pubblicato mercoledì dalla Commissione europea.
Questo nonostante, come l’Eurobarometro ha riportato ad aprile, il 69% degli europei crede che vi debbano essere delle misure per l’integrazione adatte a fronteggiare le sfide che il fenomeno migratorio pone.
Il report presentato dalla Commissione è stato realizzato sulla base dell’esperienza di 72 città facenti parte dell’Ocse, con un focus particolare su 9 grandi capitali europee, tra le quali Roma, Amsterdam, Parigi e Berlino .
Una delle principali problematiche, secondo Ocse e Commissione europea, è la mancanza di cooperazione tra politiche ai diversi livelli nazionali di governo, che in in 72 città Ocse è stimata intorno al 90%.
“Per assicurare una integrazione dei migranti di successo, i governi nazionali devono lavorare con i leader local”, ha spiegato il Vicesegretario generale dell’Ocse Mari Kiviniemi.
La proposta della Commissione arriva il giorno dopo il discorso di Emmanuel Macron alla plenaria di Strasburgo nel quale il Presidente francese ha parlato della necessità di lanciare un “programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono i rifugiati”.
Nel 2016, con un Piano d’Azione sull’Integrazione, l’Ue aveva stabilito alcune misure per incentivare i Paesi membri a promuovere l’integrazione, dopo che nel 2015 la Commissione aveva evidenziato come questa fosse necessaria alla buona riuscita di qualsiasi politica migratoria nazionale.
Non solo arrivi
Secondo i dati contenuti nello studio, i migranti che nel 2016 vivevano permanentemente nei paesi dell’Ocse sono oltre cinque milioni.
Tuttavia, spiega il report, il dibattito sull’immigrazione è quasi esclusivamente focalizzato sugli arrivi, mentre le problematiche emergono (anche) nelle fasi successive, quando cioè si tratta di formulare politiche adeguate.
A tal proposito, ha detto il Commissario Ue per gli Affari Interni Dimitris Avramopoulos, bisogna allargare prospettiva per essere certi che “la nostra attenzione si concentri sull’integrazione di quelli che hanno ricevuto protezione” cosa che“è nell’interesse di tutti”.
Secondo Kiviniemi, “Gli sforzi per integrare i migranti devono iniziare appena arrivano e continuare successivamente.
I 12 punti Ocse
L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo parigina ha identificato 12 punti per i policy maker nazionali e regionali per sviluppare e implementare i programmi di integrazione a livello locale.
Le raccomandazioni derivano dalla necessità di ridurre emarginazione, discriminazione e ghettizzazione dei migranti.
Oltre alla già citata necessità di coordinare le politiche di integrazione nazionali l’Ocse insiste sul bisogno di organizzare tali politiche nei “differenti settori, come lavoro, casa ed educazione”.
Inoltre, l’Ocse raccomanda che chi governa faccia in modo che i migranti non rimangano troppo tempo senza lavoro ma anche che siano istituiti programmi o misure per colmare i gap tra le competenze delle persone che arrivano e le necessità del mercato del lavoro locale.
A tal proposito secondo Kiviniemi i leader locali sanno dove sono le migliori opportunità per i nuovi arrivati” al fine di “chiudere i gap nel mercato del lavoro a creare una cultura più diversificata”
Nella stessa direzione va la raccomandazione di fare in modo da evitare la segregazione spaziale e facilitare ‘accesso alla casa, che può dare il via a ghettizazzioni e ulteriore emarginazione.
Importante, secondo l’Ocse e l’Ue, è anche e liberare risorse a livello locale coinvolgere il mondo del business.
La Commissaria per le Politiche regionali Ue Corina Crețu ha commentato: “La migrazione è un fenomeno largamente locale e una realtà urbana, e questo report serve a aiutare le autorità locali a rendere più scorrevole il processo verso un’integrazione di successo dei migranti”.
Positiva è stata la reazione di Oxfam alla pubblicazione del report, con il policy advisor per le migrazioni Raphael Shilhav che lo ha definito “un passo incoraggiante per l’UE per sostenere meglio i responsabili politici locali e comprendere le esigenze dei migranti e delle loro nuove comunità”
“Misure concrete per aiutare gli immigrati a integrarsi dovrebbero iniziare nel momento in cui arrivano in Europa”, ha concluso Shilhav.