Bruxelles – Sebbene la pace in Siria sembri “più lontana che mai” e le condizioni nel Paese non siano “meglio dello scorso anno”, l’unica soluzione al conflitto siriano rimane quella politica, ha dichiarato l’alta rappresentante per la Politica Estera dell’Ue Federica Mogherini al termine del Consiglio Affari Esteri di lunedì a Lussemburgo.
Secondo i 28 – ha spiegato l’alta rappresentante a due giorni dalla risposta militare anglo-franco-statunitense agli attacchi chimici di Douma – è necessario che Russia e Iran facciano pressioni su Damasco perché questa prenda parte a discussioni per la pace sotto l’egida Onu.
“La pressione può essere esercitata su Assad principalmente da coloro che lo sostengono, cioè decisamente non da noi”, ha precisato Mogherini.
Una tale azione di convincimento, è necessaria per convincere il regime siriano ad “avviare negoziati seri” senza i quali “il ciclo di distruzione non finirà e (quello siriano) diventerà un confitto infinito”.
Tuttavia, ha aggiunto il capo della diplomazia europea, non ci sono garanzie che Assad dia retta a Teheran e Mosca.
“Credo ci siano due elementi – ha detto Mogherini – uno è la volontà politica di Mosca e Teheran (di convincere Assad) mentre l’altro riguarda la reattività di Damasco di reagire alla pressione”.
I ministri degli Esteri dell’Ue sperano di rilanciare il dialogo diplomatico riguardo alla Siria durante la conferenza che si terrà a Brussels il 23 e 24 aprile che avrà come titolo “Sostenere il futuro della Siria e della regione”.
Gli Stati europei, ha spiegato Mogherini, hanno il “desiderio chiaro di utilizzare la conferenza di Bruxelles” per fare “pressione sulle parti” e “rilanciare il processo politico insieme all’Onu per risolvere crisi in Siria”.
Alla conferenza prenderanno parte Oltre 70 delegazioni, ma l’Ue ha deciso di non rendere pubblica la lista dei partecipanti.
In aggiunta allo strumento politico, l’Unione europea intende esercitare una leva economica sul regime per convincerlo a negoziare.
“Abbiamo detto chiaramente che l’Ue, insieme alla comunità internazionale e alle istituzioni finanziarie internazionali, sarà disposta a finanziare la ricostruzione del paese” ma – ha concluso l’alta rappresentante – è impensabile farlo nel caso in cui non si registri cambiamento da parte politica”.
La questione siriana ha dominato l’agenda del Consiglio Affari Esteri per l’urgenza impressa dall’attacco missilistico che Washington, Londra e Parigi hanno lanciato sabato notte contro obiettivi militari siriani senza peraltro provocare vittime.
Nel corso del pomeriggio, il Consiglio aveva espresso il suo supporto “a tutti gli sforzi mirati alla prevenzione dell’uso delle armi chimiche” – riferendosi al bombardamento.
L’attacco, avevano dichiarato i ministri, “ha avuto l’unico obiettivo di prevenire un ulteriore uso di armi chimiche da parte del regime siriano per uccidere la sua popolazione”.
L’azione era stata effettuata in risposta all’attacco chimico di Douma da parte siriana, attacco, questo, che aveva suscitato lo sdegno dell’Ue e dei singoli Paesi europei.
Nel frattempo, dall’altra sponda dell’Atlantico, gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di bloccare gli ispettori internazionali dal raggiungere il sito dove gli attacchi sarebbero avvenuti gas sarebbero stati impiegati.
Nessuna nuova sanzione all’Iran (per il momento)
Oltre che di Siria, al Consiglio Affari Esteri si è parlato anche di Iran.
Dai 28 non sono arrivo novità riguardo le sanzioni aggiuntive che Francia, Regno Unito e Germania vogliono applicare all’Iran per la sua attività in Siria.
Esse sono da considerare, a detta di da più osservatori e fonti diplomatiche Ue, come facenti parte di un “patto di scambio” per convincere gli Stati Uniti a fare dietro-front sulla revisione dell’accordo sul nucleare iraniano.
Come espresso dall’alta rappresentante, ostacoli alle sanzioni “non ce ne sono” ma è in atto una “discussione degli elementi politici e giuridici e un dibattito interno a livello di stati membri”.
Mogherini ha poi lodato il “sostegno per il lavoro svolto da Francia, Germania e Regno Unito assieme agli Stati Uniti per far fronte alle preoccupazioni espresse da Trump nel contesto dell’accordo esistente”.
Tuttavia, ha precisato il capo della diplomazia Ue, contrariamente a quanto riportato su molti media, le sanzioni sono “relative al conflitto siriano, non al nucleare” e “le due questioni sono separate”.
“Mentre l’accordo con l’Iran è sul nucleare, le sanzioni riguardano l’attività in Siria che non c’entrano con l’Iran” – ha detto Mogherini, precisando che da parte dell’Ue esiste “già un regime sanzonatorio in vigore” che si somma a un’attività di dialogo e impegno con Teheran.
A Lussemburgo, l’alta rappresentante ha poi reiterato l’importanza che i 28 hanno già espresso per la salvaguardia dell’accordo sul nucleare iraniano e l’impegno dell’Ue per “l’applicazione dell’accordo da parte di tutti”.