Bruxelles – La sentenza con la quale I giudici brasiliani hanno condannato a 12 anni e un mese di reclusione l’ex presidente Luis Inacio Lula da Silva è un atto “politico” che scaturisce da una generale deriva anti-democratica in atto nel Paese. Ne è convinto Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Etuc), che il 9 aprile ha scritto una lettera (la potete leggere in fondo all’intervista) a sostegno della campagna per la scarcerazione di Lula promossa dal sindacato brasiliano Central Única dos Trabalhadores (Cut). Nel corso di una riunione del comitato esecutivo di Etuc, svoltasi a Bruxelles il 12 aprile, Etuc ha accolto rappresentanti dei sindacati dell’America Latina – tra i quali Antonio Lisboa del Cut – per discutere la situazione del presidente. Nel corso della riunione, Antonio Lisboa ha parlato di “political coup” contro Lula e l’ex presidente Dilma Roussef. Il 23 aprile il sindacato brasiliano organizzerà un “giorno di azione” per chiedere la liberazione di Lula, cui faranno riscontro azioni di solidarietà da parte di Etuc a Bruxelles, e altre organizzazioni sindacali di altri paesi.
Ne abbiamo parlato con Luca Visentini in questa intervista.
Eunews – Quali sono secondo lei gli aspetti più dubbi della sentenza?
Visentini – L’aspetto più dubbio è il fatto che ci sia stata prima un’accusa di corruzione legata a un appartamento e altre proprietà immobiliari non di proprietà di Lula – accusa che poi è caduta. A questo si aggiunge il fatto che, nella sentenza finale le motivazioni richiamino “reati imprecisati”. L’oggetto della sentenza è molto dubbio, essa appare come una sentenza politica per evitare che Lula corra per le prossime elezioni – cosa questa di una certa evidenza. Abbiamo deciso insieme al sindacato internazionale e ai sindacati brasiliani di chiedere scarcerazione di Lula.
Eunews – Chi c’è, secondo lei, dietro la sentenza?
Visentini – Nel Paese ci sono seri problemi di indipendenza politica della magistratura, e l’attuale governo mostra degli atteggiamenti antidemocratici. Altri problemi sono legati alla deriva antidemocratica evidente in Brasile, che ha colpito le organizzazioni sindacali: ci sono interferenze nelle attività dei sindacati contro gli scioperi e le mobilitazioni. Inoltre, è in atto una riforma del codice lavoro che sta abolendo il diritto di sciopero e di contrattazione collettiva in Brasile, cui si sommano azioni antidemocratiche nei diritti sociali generali. Lo stesso problema si presenta in Argentina, con minacce anche fisiche a colleghi dei sindacati, attuate anche anche attraverso la televisione pubblica. Ci sono dei casi simili anche in Brasile, sono cose che vengono messe in atto dai governi. Non sono attività informali, traggono origine da iniziative del governo. La vicenda di Lula si inserisce nell’ambito di un caos più macroscopico ma più generale ha a che vedere con la deriva anti-democratica brasiliana.
Con la presidenza Lula invece avevamo visto risultati importanti sul versante sociale. Lula ha avviato riforme radicali che hanno rilanciato e rafforzato il sistema di protezione sociale, la lotta contro la povertà si è rivelata efficace per coloro che vivono nelle favelas e per quelle persone che non avevano nessuna possibilità di una vita decente.
Eunews – Che effetti potrebbe avere questa vicenda sulle relazioni internazionali?
Visentini – La vicenda sta avendo effetti negativi di paralisi sui negoziati per la definizione dell’accordo tra Ue e il Mercosur, che comprende Brasile, Argentina, Uruguay, Venezuela e Paraguay. Ci sono molte forze in questi Paesi che stanno chiedendo all’Ue di sospendere i negoziati e aspettare che questione di Lula si risolva per proseguire, non siamo ancora arrivati a tanto, anche se ci sono altri problemi negli accordi che hanno portato a una paralisi nei negoziati, come il capitolo sui diritti sul lavoro, questioni ambientali, eccetera. Comunque, un’influenza negativa ci sarà.
Eunews – Chiedete che l’Ue intervenga almeno per ottenere dei chiarimenti?
Visentini – Si, questa mattina (12 aprile) abbiamo una riunione del comitato esecutivo, abbiamo chiesto al responsabile internazionale del sindacato brasiliano a Bruxelles di partecipare al comitato affinché si esprima chiedendo all’Ue un intervento almeno di “moral suasion”, anche utilizzando le trattative commerciali.
I risultati più importanti si sono avuti sul versante sociale, Lula ha avviato riforme radicali che hanno rilanciato e rafforzato il sistema di protezione sociale, la lotta contro la povertà si è rivelata efficace – per coloro che vivono nelle favelas e quelle persone che non avevano nessuna possibilità di sopravvivenza.