Bruxelles – Si moltiplicano le proteste italiane contro la decisione austriaca di imporre il numero chiuso ai Tir in transito al passo del Brennero.
Esponenti di associazioni di categoria e deputati europei si sono espressi in questi giorni contro la decisione unilaterale che il governo austriaco ha preso di limitare il numero dei camion – stimato in oltre due milioni l’anno – adducendo motivazioni ambientali.
Il presidente di Confartigianato Trasporti Veneto Nazzareno Ortoncelli ha invocato un pronto intervento del governo, denunciando un provvedimento, quello austriaco, che “pesa come un macigno per le imprese ma è avvenuto nella totale indifferenza del nostro Paese.”
Ma non solo. Ortoncelli ha ricordato come la decisione di Vienna rappresenti “un blocco alla libera circolazione che va contro i principi fondanti della Costituzione europea da parte di uno Stato membro”.
Dello stesso avviso è l’eurodeputato di Forza Italia Massimo Salini che l’11 aprile ha fatto sapere un comunicato che la limitazione “viola a libertà di circolazione delle merci e contrasta con la posizione espressa a marzo dalla Commissione Ue” in risposta a un’interrogazione sulle possibili limitazioni del traffico merci confine Italia-Austria presentata dallo stesso deputato.
A marzo, la Commissaria per i Trasporti Violeta Bulc, aveva fatto sapere che “fissare un limite annuo al numero di autoveicoli pesanti autorizzati ad attraversare il Brennero potrebbe creare un significativo traffico di aggiramento” causando “preoccupazioni dal punto di vista economico e ambientale” oltre che una violazione della “libertà di circolazione delle merci, in particolare se il trasporto ferroviario manca di capacità sufficiente.”
La Commissione, aveva promesso Bulc, verificherà che “tutti i provvedimenti adottati siano proporzionati e non limitino indebitamente la libera circolazione delle merci” attraverso il corridoio.
Grazie al fatto di trovarsi ad un’altitudine ridotta, il passo del Brennero è il punto che registra il traffico maggiore nei collegamenti tra Austria e Italia.
La norma approvata dal governo austriaco per limitare il traffico prevede un numero massimo di 300 Tir all’all’ora sull’autostrada dell’Inntal.
La decisione ha comportato la creazione di un filtro a Kufstein Nord, che riguarda i Tir provenienti dalla Germania e diretti verso sud, secondo un calendario di divieti che prevede uno stop per 25 giorni non consecutivi tra marzo e luglio.
Proteste contro la misura si sono avute nei giorni scorsi anche dal vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio Paolo Uggè, che ha ricordato come la regione abbia dato applicazione alle norma “nonostante un’interrogazione promossa da Conftrasporto-Confcommercio che ha ottenuto dalla commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc la conferma della non compatibilità delle norme europee con quanto annunciato, e poi applicato, dal governo austriaco”.
“Connettere l’Italia – ha ricordato Uggè – è certamente un’esigenza indispensabile. L’importante è che non venga sconnessa l’Italia dal resto d’Europa”.
Seppur per altre motivazioni, critiche sono arrivate anche dall’eurodeputato italiano del Südtiroler Volkspartei Herbert Dorfmann, secondo il quale il problema non è tanto il provvedimento di per sé, quanto le “misure mal coordinate” in merito allo scioglimento del numero chiuso, responsabili della formazione di code in Austria – lunghe anche 25 chilometri.
“Non è possibile che alla conclusione di una misura per controllare il traffico come quella presa in Austria, tutti i camion in coda ripartano nello stesso momento, per poi creare una nuova coda in Val d’Isarco, là dove l’autostrada diventa più stretta”, ha concluso il deputato.