Bruxelles – Sei giovane? Allora niente week-end. Nell’Ue tre persone su dieci (29,6%) di età compresa tra i 15 e i 34 anni lavorano nel fine settimana, ma questo costume è ben più forte in Grecia (47,5%) e Italia (40,5%), Paesi dove l’apertura di negozi e punti commerciali il sabato e la domenica più che altrove è possibile grazie all’impiego di forza lavoro ‘più fresca’. A rilevarlo Eurostat, nei dati diffusi oggi e relativi al 2016. Se per alcuni Stati membri – Ungheria, Portogallo e Polonia – il fine settimana è considerato ancora come ‘sacro’ (con la quota di giovani lavoratori a negozio che oscilla dall’11% al 13%), per altri invece non è affatto così.
Studiando i dati dell’Istituto di statistica europeo, sembra che in Grecia e in Italia la formazione professionale sia il pretesto per imporre ai lavoratori più giovani di rinunciare al week-end. Nella repubblica ellenica il 42,6% di quanti lavorano di sabato e domenica lo fa per ragioni di apprendistato, con l’Italia subito dietro (40,7%). Il dato croato (41,9%) va preso con cautela in quanto a “bassa affidabilità”, specifica Eurostat nelle note esplicative. Non è chiaro dunque quanto i giovani croati lavorino nel week-end per ragioni di formazione, benchè la Croazia sia agli ultimi posti per ricorso a forza lavoro giovane per gli acquisti domenicali. Ancora, sempre in Grecia e Italia ‘tirano su le serrande’ di sabato e domenica i giovani in regime di tirocinio obbligatorio: lo fa il 43,7% degli greci under-35 e il 40% degli italiani.
In Paesi dove la disoccupazione giovanile rimane alta ci si affida alle giovani generazioni solo o soprattutto per il weekend. Ragioni di costi (non sempre la giornata viene pagata come festiva), che permettono anche a qualcun altro di godersi il fine settimana, magari anche con qualche gita fuori porta. Largo ai giovani, ma solo la domenica.