Bruxelles – “Non vedo nell’Unione europea un allarme Italia per la stabilità dei mercati, ma questa situazione non è eterna né immutabile”. Paolo Gentiloni tranquillizza i partner europei, rivendica quanto fatto in questi anni, e manda un messaggio a chi dovrà succedergli alla guida del governo. Il presidente del Consiglio, nella tradizionale conferenza stampa al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, traccia un bilancio politico positivo. Lascia con la consapevolezza che il Paese ha riacquistato una credibilità, e che in nome di questo ritrovato peso abbia ancor più forza per portare avanti quelle partite negoziali ancora tutte da giocare. Quella dell’unione bancaria è certamente una di queste partite.
A livello europeo “l’accordo prevede che si riduzione del rischio e condivisione del rischio procedano di pari passo”. Vuol dire che gli Stati si impegnano a ridurre le sofferenza dei propri istituti creditizi, e a livello europeo si mettono soldi nella cassa comune pensata per aiutare le banche in difficoltò. “Nella pratica questa cosa è andata avanti fino a un certo punto”, lamenta Gentiloni criticando in particolare i colleghi del nord Europa. “Ogni volta che si discute di condivisione dei rischi si mettono sul tavolo sempre nuove condizionalità”. Questo perché non c’è fiducia nei confronti di chi ha conti in disordine e troppe banche con eccessiva esposizione a rischi di crisi di liquidità. Tutto questo però è un ricordo, per quanto riguarda l’Italia.
All’interno dell’Unione europea “sono tutti consapevoli che il nostro sistema prevede che sia la regia del presidente della Repubblica a individuare le soluzioni e a questo ruolo si affidano”, in caso di rinnovo del governo, come sta avvenendo in questo momento in Italia, e “c’è l’impegno di tutte le forze parlamentari a risolvere la crisi”. E poi, enfatizza il capo dell’esecutivo, “la seconda consapevolezza mi pare è che lo stato dell’economia italiana è incoraggiante”. In altri termini questo vuole dire che “non si profila al momento l’ipotesi che l’eventuale incrocio non-soluzione del governo- rischio dei mercati si verifichi”. Il perché? “Interpreto questo come il risultato della politica della Bce della congiuntura favorevole e del lavoro svolto in questi anni”. Lavoro che qualcun altro dovrà proseguire.
Anche sul fronte di politica estera l’Italia ha tenuto fede alla quella che Gentiloni definisce una “consuetudine” nei confronti della Russia, vale a dire rapporti diplomatici. L’Italia, spiega, è stata tra i Paesi che hanno condannato i fatti si Salisbury e deciso l’ambasciatore Ue a Mosca per consultazioni. Nel fare questo, però, “abbiamo chiesto che queste condanne non diano luogo ad escalation e non chiudano i necessari canali di dialogo con la Russia”, che per gli interessi italiani restano “importanti”.