Bruxelles – Ultimi posti per l’Italia nella lotta alle emissioni di Co2 derivate dal trasporto marittimo. È quanto emerge dalla classifica stilata dall’ong Transport & environment, che comprende 24 nazioni europee. Il Bel Paese è in ventiduesima posizione, preceduto dal Portogallo (al ventunesimo posto) e dalla Croazia (al ventesimo). A chiudere l’elenco Cipro ( al ventitreesimo posto) e la Grecia (al ventiquattresimo posto). L’Ong lancia l’allarme: “Questi paesi rischiano di compromettere il piano internazionale per ridurre le emissioni di Co2 in mare”.
Sul podio la Germania, seguita dalla Francia e dal Belgio. I dati sono stati rilasciati in vista della riunione dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) che si terrà il prossimo aprile con lo scopo di concordare un piano unico per diminuire l’inquinamento atmosferico in mare.
La ricerca rivela profonde divisioni geografiche. Mentre i paesi dell’Europa settentrionale, dimostrano di avere più a cuore l’ambiente, i Paesi dell’Europa meridionale e orientale, si sono rivelati molto meno volenterosi di rispettare gli obiettivi e le misure di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra delle navi. Grecia e Cipro sono le nazioni con un maggior traffico navale e chiudono la graduatoria. L’unica eccezione degna di nota è la Spagna, che detiene la quinta posizione.
“Quando il Parlamento europeo ha chiesto l’intervento sulle emissioni marittime nel 2017, le grandi nazioni marittime europee hanno gridato che l’Ue non dovrebbe regolamentare la navigazione, dato che tutti stavano facendo del loro meglio per rispettare l’ambiente – ha denunciato Faig Abbasov, ufficiale marittimo di T&E – Ma questi stessi Stati stanno ora lavorando per far deragliare i progressi sull’ accordo ambientale per la navigazione all’Imo”.
Secondo Abbasov, “aprile è l’ultima opportunità per l’industria marittima, per i principali Stati e per l’Imo per lavorare insieme”. E ha avvertito: “O i governi dell’Ue, in particolare quelli con grandi industrie navali, si impegnano seriamente a conseguire un buon risultato con un accordo comune all’interno dell’Imo, oppure dovranno accettare soluzioni prese al di fuori dell’Imo”.