Bruxelles – Più rimpatri, e sopratutto più soldi. Manca un miliardo di euro al fondo per l’Africa, ne servono altri tre per la Turchia. Ecco dove deve concentrarsi l’Ue, secondo la relazione della Commissione europea sull’immigrazione, se vuole riuscire a gestire i flussi di migranti. Le cose migliorano, e su questo l’esecutivo comunitario non produce nulla di nuovo né di inatteso. I reinsediamenti, la presa in custodia di cittadini extracomunitari dai Paesi terzi, funziona così come funzionano i ricollocamenti, la redistribuzione interna tra Paesi Ue dei richiedenti asilo giunti in Italia e Grecia.
“Non dobbiamo correre il rischio di compiacerci”, mette in guardia il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che invoca “azioni più rapide e più politiche sui rimpatri, la gestione delle frontiere, e i reinsediamenti dall’Africa e dalla Turchia”.
Quello che non funziona sono le politiche di rimpatrio, vero e proprio punto debole dell’azione europea in tema di immigrazione. Gli accordi con i Paesi terzi sono pochi, le difficoltà a riportare indietro i richiedenti asilo non aventi diritto sono invece molte. La Commissione europea chiede uno slancio in tal senso. E poi, dei 2,5 miliardi di euro promessi per l’Africa, mancano ancora due quinti delle risorse. Si chiede agli Stati di mettere il miliardo mancante, ritenuto “fondamentale” per finanziare il miglioramento della vita nei Paesi d’origine, alla base della lotta alle cause dell’emigrazione.
La Commissione europea propone inoltre il versamento di una seconda tranche da tre miliardi di euro alla Turchia. Un terzo di questo pacchetto sarà finanziato da risorse Ue (1 miliardo), mentre il resto dovranno metterli gli Stati (2 miliardi). Una proposta che arriverà sul tavolo dei leader la prossima settimana, quando a Bruxelles si terrà il vertice dei capi di Stato e di governo. Una richiesta che arriva in un momento politicamente delicato, con l’Italia alle prese con la formazione del nuovo esecutivo e probabilmente non capace di assumere impegni. Avramopoulos invita a fare in fretta. “L’Ue e i suoi Paesi membri devono trovare la seconda tranche” di aiuti.
Ma è sull’Africa che la Commissione torna a insistere. La task force Ue-Onu-Unione africana istituita a novembre per gestire i flussi migratori ha permesso già di assistere “oltre 15mila persone” nel ritorno alle proprie case, e l’evacuazione di “oltre 1.300 rifugiati dalla Libia”. Tutte cifre che a detta dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, dimostrano che “la strategia messa in piedi funziona”.
“Che tempismo! Mentre Erdogan bombarda e accerchia Afrin nel nord della Siria, violando il diritto internazionale, la Commissione europea sblocca la seconda tranche da 3 miliardi di aiuti alla Turchia. L’ipocrita politica europea del doppio forno non produce frutti diplomatici. L’attuale governo turco continua a calpestare impunemente i diritti umani, dentro e fuori il proprio Paese. Siamo molto preoccupati”, così l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Fabio
Massimo Castaldo commenta la proposta della Commissione.
Secondo il pentastellato “i risultati raggiunti sono risibili e controversi, così come testimonia la Corte dei Conti europea che conferma tutte le preoccupazioni che avevamo espresso in passato: i fondi europei concessi alla Turchia sono stati utilizzati con ritardi, assenza di controlli e di volontà politica. La svolta autoritaria impressa da Erdogan allontana la Turchia dall’Europa. Bruxelles ne prenda finalmente atto”.