Bruxelles – Le elezioni italiane non cambiano l’agenda europea per l’immigrazione, e la corsa e la rincorsa agli equilibri politici nazionali non spostano le scadenze per la riforma del sistema comune di asilo. Dimitris Avramopoulos assicura che la Commissione europea continuerà a sostenere il Paese, ma il commissario per l’Immigrazione allo stesso tempo chiarisce che non si darà tempo all’Italia, Stato in prima linea e ancora “sotto forte pressione migratoria” di organizzarsi. “La scadenza per la riforma del regolamento di Dublino sul sistema comune di asilo rimane fine giugno”. Chi c’è, c’è. In questi tre mesi e mezzo i Ventisette membri dell’Ue dovranno negoziare per arrivare a una riscrittura delle regole, e l’Italia dovrà essere in grado di fare la sua parte, altrimenti si beccherà quello che gli altri decideranno.
“Sono certo che l’Italia continuerà a sostenere tutti i nostri sforzi per l’adozione di un sistema comune di asilo”, sottolinea Avramopoulos. La situazione italiana, di Paese in prima linea e di approdo dei richiedenti asilo, impone al governo che verrà un ruolo costruttivo. Il commissario lo immagina “da protagonista”, perché fin qui, ricorda, l’Italia “fin dal primo momento è stato un grande sostenitore delle nostre politiche” per la gestione dei flussi di immigrazione. In tal senso “l’Italia non è sola, continuerà a ricevere il nostro aiuto, siamo qui per questo”. La linea di Bruxelles non cambia, dunque. E non sembra cambiare neppure quella di Roma, nonostante le elezioni che potrebbero consegnare il governo ad esponenti critici nei confronti di Europa e politiche dell’accoglienza. “Per il momento non abbiamo visto cambiamenti nella politiche di immigrazione dell’Italia”, commenta Avramopoulos. Date le circostanza e gli interessi in gioco a suo giudizio non dovrebbero esserci rotture significative da parte italiane. Il vero quesito è legato alla capacità negoziale dell’Italia in Europa in questo momento. Si rischia di subire un riforma delle regole.