Bruxelles – Un’altra piccola vittoria nella lotta per la parità di genere: sale il numero delle donne che intervengono nei dibattiti pubblici. Tra il 2012 e il 2016 la presenza di speaker femminili è aumentata del 10%. È quanto emerge da una ricerca condotta da Open society foundation, un’ organizzazione che lavora per promuovere una società democratica dinamica e tollerante, anche attraverso l’emancipazione femminile.
L’indagine è stata svolta analizzando un campione di 25 seminari annuali tenuti in Europa tra il 2012 e il 2016. Si tratta di meeting pubblici riguardanti economia, politica, tematiche sociali e ambientali. I dati dimostrano che col passare del tempo la partecipazione femminile è cresciuta sempre di più. In questi 4 anni, la media delle presenze femminili nelle conferenze è cresciuta di quasi 10 punti percentuali, passando dal 19% al 28%.
Tra le 25 convention osservate, a rivelarsi vere e proprie sorprese i meeting annuali di due think tank: quello di Bruegel sull’economia, e il Tatra Summit su affari e sicurezza internazionale. Nel 2012, la convention annuale di Brueguel non comprendeva nessuna donna, nel 2017 aveva una quota rosa del 26%. Il Tatra summit, evento promosso dal Globsec, organizzazione slovacca di politica internazionale e sicurezza, che si è tenuto per la prima volta nel 2013 con solo il 5% degli speaker di sesso femminile, nel 2016 ha visto un incremento notevole della presenza di donne, raggiungendo il 29%. La Chatham House, un istituto londinese indipendente che si occupa anch’esso di sicurezza e politica internazionale, ha organizzato una prima grande convention pubblica nel 2014 e ha visto una partecipazione femminile del 24%, che con l’edizione del 2016 ha quasi raddoppiato, con il 44%.
“Le donne hanno finalmente iniziato a raccomandarsi a vicenda” come relatrici alle conferenze. Non si dice più ‘non riesco a trovare una speaker al panel di domani’. Grazie al passaparola riusciamo a rappresentare la nostra voce nei dibattiti pubblici, dove il punto di vista femminile è essenziale”, ha dichiarato Sarah Charlotte Henkel, dell’Istituto tedesco di Affari internazionali e sicurezza, membra della Open society e del Brussel Binder, un’associazione che si promuove la presenza femminile nelle conferenze. “Siamo parte essenziale della società, e finalmente, grazie alla collaborazione, anche parte più attiva”, ha concluso.