Bruxelles – “Di Maio e i leader del centrodestra chiariscano le loro posizioni sull’Europa” al fine di porre le basi per ” un’Europa davvero democratica basata su sussidiarietà e solidarietà”. È questo l’appello dei Giovani federalisti europei (Jef) al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e agli altri capi politici del centrodestra. Un appello nato alla luce dei risultati delle elezioni politiche italiane del 2018 e rivolto alle forze risultate vincitrici, entrambe aspiranti a guidare il prossimo esecutivo.
Dopo aver analizzato il dato delle urne, che hanno consegnato oltre il 50% dei voti a partiti anti-establishment come Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia, i Jef nutrono “una profonda preoccupazione. È evidente che l’incertezza sociale e la disoccupazione diffusa sono questioni cruciali per gli elettori italiani”, sottolineano, e queste condizioni “sono state presumibilmente attribuite all’Unione europea”, sulla “spinta della retorica di molti di questi partiti anti-establishment in tutto lo spettro politico”.
“Facciamo appello al leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio e alla coalizione di centro-destra, affinché chiariscano la posizione dei loro partiti sull’Unione Europea e sull’Euro, dissipando le ambiguità degli ultimi mesi”, dice Christopher Glück, Presidente di Jef-Europe. “Il futuro dell’Italia e dei suoi cittadini appartiene a una più profonda integrazione europea, e quindi tutti i potenziali partner della coalizione devono essere chiari sul fatto che nessun partito esplicitamente anti-Ue sarà considerato come alleato del governo”.
Jef Europe “condivide le preoccupazioni dei cittadini italiani riguardo all’efficacia dell’Unione Europea e mette in guardia le istituzioni europee e nazionali a non sottovalutare i risultati elettorali in Italia e in tutta Europa”. I giovani federalisti europei chiedono “pertanto una riforma radicale dell’Ue fondata sulla sussidiarietà e la solidarietà, al fine di rendere finalmente l’Europa veramente democratica”. A parere del Jef, “l’unica possibilità per governare la globalizzazione, è migliorare gli strumenti di governance dell’Ue spostandosi verso un modello federale che sia democraticamente legittimato”.