Bruxelles – Sono venuti fino a Bruxelles per chiedere l’intervento dell’Unione europea. Gli operai dell’Embraco, con il sostegno del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, e dell’eurodeputato di Liberi e Uguali Sergio Cofferati, hanno incontrato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e diversi eurodeputati. “Siamo venuti a chiedere un impegno del Parlamento perché si intervenga in questa vicenda molto grave”, causata da “una multinazionale che ha un nome che è Embraco e un cognome che è Whirlpool, visto che è la proprietà statunitense che ha deciso spostare le produzione in Paesi dell’est”, la Slovacchia, ha attaccato Ugo Bolognese della Fiom, uno dei membri della delegazione. Per Bolognese si deve lavorare per “far cambiare idea in fretta alla multinazionale”, ed evitare di delocalizzare dello stabilimento di Riva di Chieri, in provincia di Torino, in Slovacchia, causando 497 licenziamenti. Ma, ha aggiunto “questa vicenda fa emergere il fatto che non esiste una norma europea sulla responsabilità sociale delle imprese e quindi chiediamo una direttiva in questo senso”.
Tajani ha affermato che quello della Embraco “non è un caso italiano, ma europeo”, ricordando che “le nuove norme europee sul dumping prevedono anche quello sociale”, e per questo, ha affermato, “non possiamo chiedere alle imprese cinese di rispettare regole che noi stessi non rispettiamo in Europa”. Oggi stesso, ha promesso Tajani, “chiamerò il ministro dell’Industria del Brasile”, dove ha sede la casa madre dell’azienda, “e l’amministratore delegato della società proprietaria di Embraco a Washington e andremo a vedere se si può intervenire dagli Stati Uniti”, perché bisogna “far capire che non è questo il modo per investire positivamente in Europa”.
“Se un’azienda in attivo decide tuttavia di chiudere uno stabilimento come quello di Riva di Chieri unicamente alla ricerca di migliori condizioni fiscali o di risparmi su salari e costi di produzione, è evidente che il problema è decisamente più profondo e riguarda la mancanza di una vera politica industriale Europea e l’assenza di normative UE di contrasto al dumping sociale e fiscale”, ha attaccato Cofferati.
“Noi stiamo chiedendo all’azienda di ritirare i licenziamenti e sostituirli con la cassa integrazione per consentire alle istituzioni locali, al governo nazionale e alle organizzazioni sindacali di discutere un progetto di reindustrializzazione”, ha affermato Chiamparino precisando: “Non stiamo assumendo posizioni massimaliste. Mi auguro che l’azienda rifletta e riprenda la trattativa per trovare una soluzione che salvi il lavoro di 500 famiglie”.
Il Movimento 5 Stelle invita la Commissione a “mettere in campo tutte le misure possibili che possano portare la multinazionale Whirlpool a fare marcia indietro e a ritirare i licenziamenti”. IN un comunicato congiunto di Rosa D’Amato, Eleonora Evi e Dario Tamburrano. Per i grillini “il fondo per gestire le reindustrializzazioni istituito dal ministro Calenda arriva troppo tardi e non risolverà il problema del licenziamento collettivo degli operai. Serve una risposta di tipo diverso e non timidi balbettii”.