di Francesca Arcostanzo, Giovanni Pagano e Martina Zaghi
Quando si parla di delocalizzazioni, sinistra e destra si fondono in unico coro contro il Governo e l’Unione europea. Questo il risultato dell’analisi del dibattito Twitter italiano relativo al caso Embraco (Whirpool), condotta dall’osservatorio EuVisions. Come mostra il grafico seguente, il grosso delle conversazioni sul popolare social network si sono concentrate fra il 19 febbraio – incontro tra il ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, e i dirigenti di Embraco – e il 22 febbraio scorso, data in cui il Ministro e il commissario europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager, hanno discusso del caso a Bruxelles. Proprio in occasione di questo incontro, il dibattito online raggiunge un picco. In generale, su un totale di 45.000 tweet circa, ben 30.604 tweet – ovvero, 70% del totale – sono caratterizzati da messaggi critici verso attori istituzionali nazionali ed europei.
Figura 1 – Timeline
Le accuse al Governo
Sono due le critiche rivolte all’Esecutivo italiano. Da un lato, ci sarebbe la responsabilità per la chiusura della Embraco, declinata nei termini di una cattiva gestione della crisi economica e, più nel dettaglio, dell’introduzione di tasse troppo alte sulle imprese.
Dall’altro, al Governo viene imputata una eccessiva subordinazione alle “logiche neoliberiste” e alla regole della globalizzazione, che sono alla base dei fenomeni di delocalizzazione, e del deterioramento dei diritti sociali dei lavoratori.
Il ministro Calenda viene accusato di aver “collezionato l’ennesimo fallimento” (dopo il caso Alitalia e Ilva) e di impegnarsi esclusivamente a fini elettorali.
Ma anche il Segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, viene coinvolto nel dibattito. L’ex-Primo ministro sarebbe colpevole di aver dichiarato, già nel 2015, la risoluzione della questione Whirpool. Chi è che twitta contro il Governo? Sia utenti comuni, sia leader di altri partiti come, per esempio, Di Maio (M5S), Meloni (FdI) e Di Stefano (Casapound). Ma per gli utenti di Twitter, è davvero tutta colpa del Governo?
Le critiche all’Unione Europea
Non esattamente, anche altri attori (oltre al Pd) vengono accusati di aver strumentalizzato la vicenda Embraco ai fini del voto del 4 marzo. A colpire, è soprattutto un volume significativo di critiche rivolto all’Unione Europea. Attraverso l’utilizzo di algoritmi per l’analisi del linguaggio, è stato possibile isolare le critiche rivolte a Bruxelles dal totale dei messaggi negativi. L’immagine seguente mostra come quasi un terzo (29%) delle critiche siano rivolte a Bruxelles.
Figura 2 – Percentuale di critiche rivolte all’Unione Europea vs. critiche ad altri attori
Di cosa sarebbe colpevole l’Ue? L’analisi dei tweet suggerisce che temi quali l’integrazione economica – Mercato unico ed Euro – giocano un ruolo centrale. Il carattere “sleale” della concorrenza salariale tra Paesi membri – motivo per cui la Embraco avrebbe deciso di delocalizzare in Slovacchia – sarebbe una conseguenza dell’integrazione economica perseguita “secondo le logiche neoliberiste del mercato e della globalizzazione” (per un’approssimazione di questo tipo di discorso, si veda la nuvola di parole raffigurata nella Figura 3). Alle istituzioni europee viene inoltre rimproverato di non tutelare sufficientemente i diritti dei lavoratori a livello comunitario.
Figura 3 – Parole più distintive nei tweet critici vs. l’Unione Europea
Ma l’UE viene criticata anche indirettamente nel caso di tweet che attribuiscono all’europeismo del Governo e di alcune forze partitiche italiane il verificarsi della crisi Embraco. Il Governo italiano non riesce a risolvere episodi di questo tipo perché avrebbe rinunciato a una parte di sovranità a favore all’UE e alle logiche del mercato. Anche la decisione di Calenda di discutere la vicenda a livello comunitario non viene vista di buon occhio: l’UE sarebbe un’entità che non tiene in considerazione, né rispetta, le istituzioni italiane. In altri termini, Bruxelles non avrebbe alcun interesse a risolvere questioni di questo tipo, perché è la prima a incentivare delocalizzazioni e una concorrenza salariale a scapito dei lavoratori. In questo contesto, il partito di Emma Bonino +Europa viene ampiamente criticato per il suo impegno nel rilanciare il progetto degli Stati Uniti d’Europa: molti tweet esprimono l’idea che una maggiore integrazione europea non possa che facilitare il verificarsi di casi simili a quello di Embraco. Chi sono gli attori più critici nei confronti dell’UE? Tra gli utenti più influenti (più ritwittati) troviamo diversi volti noti del fronte “no Euro”, come Claudio Borghi (Lega) e Antonio Bordin (in generale, molto attivi su Twitter) , ma anche politici e candidati della sinistra come Stefano Fassina (Liberi e Uguali):
Su #Embraco visita spot di @CarloCalenda a Commissaria UE. Ma il problema non è uso improprio aiuti di stato. È mercato unico fondato su dumping sociale e svalutazione lavoro. Servono contromisure commerciali anche nazionali protettive del lavoro @liberi_uguali
— Stefano Fassina (@StefanoFassina) February 20, 2018