Bruxelles – “Sosteniamo il cessate fuoco umanitario di 30 giorni richiesto dalle Nazioni Unite”, “Assad deve proteggere il suo popolo e non bombardarlo” e “auspichiamo un accesso facilitato per gli aiuti umanitari”. Sono queste le posizioni dell’Unione europea riguardo i bombardamenti nella regione siriana del Goutha, condotti dall’esercito fedele al presidente siriano Bashar al Assad orientale di due giorni fa, che avrebbero causato la morte di oltre 200 civili. A renderle note, Federica Mogherini, l’alta rappresentante Ue per gli Affari esteri.
“L’Unione europea sta esaurendo le parole per descrivere l’orrore vissuto dalla gente del Ghouta orientale”, ha dichiarato Mogherini. “Centinaia di civili, donne, bambini sono presi di mira deliberatamente e senza sosta. Sono le vere, innocenti vittime di questa guerra”, ha aggiunto.
Per le istituzioni di Bruxelles “l’accesso umanitario senza ostacoli e la protezione dei civili è un dovere morale e una questione di urgenza”, ed è “responsabilità di tutti impedire ulteriori perdite di vite umane, e fermare la violenza”. Secondo l’esecutivo comunitario “i combattimenti devono fermarsi ora, e la comunità internazionale dovrebbe unirsi per fermare questa sofferenza umana”.
L’Unione europea ha invitato tutte le parti in conflitto, nonché i garanti delle quattro aree di disarmo, ad “adottare tutte le misure necessarie per garantire un immediato cessate il fuoco, la protezione del popolo siriano nel rispetto del diritto internazionale umanitario e l’urgenza dell’accesso agli aiuti umanitari accesso”. Il regime siriano “deve immediatamente smettere di prendere di mira il proprio popolo e adempiere alla sua responsabilità primaria di proteggerli”. Pertanto l’Ue sostiene “l’appello delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco umanitario di 30 giorni, e ci aspettiamo che la comunità internazionale supporti la decisione di New York”.
Bruxelles ha sottolineato infine che non esiste una soluzione militare al conflitto e invita tutte le parti a “impegnarsi seriamente nel processo politico guidato dall’Onu con urgenza”.