Bruxelles – Gli Stati membri scaricano l’idea dello spitzenkandidat. Il processo secondo cui il capolista del partito europeo più votato alle elezioni deve essere nominato presidente della Commissione non piace ai leader dei Paesi membri. “Il Consiglio europeo non può garantire” che per la presidenza dell’esecutivo comunitario “proporrà uno dei capolista” dei partiti che parteciperanno alle prossime europee, ha affermato il presidente Donald Tusk sottolineando che “non c’è alcun automatismo in questo processo”, e che sul punto “i trattati sono molto chiari sul fatto che è autonoma competenza del Consiglio europeo di nominare candidato alla presidenza dopo aver tenuto conto del risultato delle elezioni e dopo le necessarie consultazioni”. Per il polacco quello dello spitzenkandidat “non è un metodo più democratico” di quello proposto dai trattati che dicono che il nome deve essere “proposto dai leader degli Stati, democraticamente eletti, e poi confermato dai democraticamente eletti membri del Parlamento europeo”.
Questa presa di posizione non è piaciuta a Jean-Claude Juncker, il primo presidente della Commissione scelto seguendo il metodo dello spitzenkandidat, essendo stato capolista dei popolari alle passate elezioni europee. È vero, nei trattati “non c’è automatismo”, ha riconosciuto, ma “si deve tenere conto del risultato delle elezioni”, proprio come si fa nelle elezioni nazionali dove “pure non c’è automatismo sul fatto che il capolista del partito che ha più voti deve essere nominato” premier. Ma nei fatti è quasi sempre così. “I leader preferiscono tenersi le mani libere nel caso in cui l’esito delle prossime elezioni sia incerto”, spiega una fonte diplomatica, secondo cui “senza una netta vittoria un nome diverso da quello del capolista della formazione con la maggioranza relativa potrebbe più facilmente trovare i necessari consensi” per ottenere la fiducia in Aula a Strasburgo.
Il Consiglio, ha spiegato sempre Tusk, ha chiuso anche alle liste transnazionali, almeno per il momento. “Ci torneremo in futuro”, si è limitato a dire il presidente che invece ha chiuso del tutto alla proposta di unire le cariche di presidente del Consiglio e della Commissione. “L’idea di Juncker non ha incontrato il consenso dei leader perché ridurrebbe il potere degli Stati membri”.