Roma – “Una politica di coesione post 2020 ambiziosa” e “con un livello di finanziamento almeno pari ai livelli attuali”: è la richiesta che arriva dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome italiane ai 27 capi di Stato e di governo europei, che domani si vedranno a Bruxelles per discutere del prossimo Quadro finanziario pluriennale, appunto.
Nel documento approvato oggi dalla Conferenza, le autonomie locali “sollecitano” l’Ue a scongiurare i tagli ai fondi per sviluppo delle regioni europee “grazie all’introduzione di nuove forme di risorse proprie e alla profonda revisione del sistema attuale, non più rispondente al nuovo contesto politico e istituzionale dell’Ue”.
L’istituzione presieduta dal governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, giudica la politica regionale di sviluppo e coesione e quella di sviluppo rurale “le principali politiche europee di investimento che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020”, la strategia di sviluppo che l’Ue si è data. Per questo, sottolinea il testo approvato oggi, un calo delle risorse destinate a questi capitoli di spesa “significa rinunciare a un ruolo dell’Unione a sostegno della crescita e dell’occupazione in tutte le su Regioni”.
La comunicazione della Commissione europea sul bilancio pluriennale desta “forte preoccupazione”, scrivono i governatori, proprio in riferimento alla politica di coesione. “La Conferenza non condivide l’idea che traspare” dalla posizione dell’esecutivo comunitario, e che vorrebbe la politica di coesione “confinata al ruolo di meccanismo di redistribuzione di risorse a favore delle regioni meno sviluppate”. Per gli amministratori regionali, “il metodo della programmazione e il forte coinvolgimento degli enti territoriali”, possono invece consentire di “progettare uno sviluppo integrato e complessivo, con strumenti flessibili capaci di rispondere alle sfide dei cambiamenti socioeconomici e della globalizzazione, senza perdere di vista le differenze regionali e infra-regionali presenti nell’Unione europea”.
In quest’ottica, le Regioni ribadiscono che è “prioritario mantenere un finanziamento ambizioso” per la politica regionale, e auspicano “in ogni caso” che il futuro bilancio pluriennale “non comporti una diminuzione delle risorse assegnate alla politica di coesione in favore di altri capitoli di spesa, inclusi nuovi programmi e iniziative comunitarie, i cui obiettivi possano essere realizzati attraverso i fondi Sie”.