Bruxelles – Quello del Gas naturale liquefatto (Gnl) è un mercato su cui l’Europa non punta ancora molto, eppure potrebbe essere fondamentale nel futuro per assicurare diversità nelle fonti di approvvigionamento, limitare l’aumento dei prezzi e fare fronte a possibili crisi energetiche. In audizione in commissione Industria del Parlamento europeo, il vicepresidente di Eni, Lapo Pistelli, ha fatto un quadro della situazione di questo settore e delineato le sue potenzialità.
Al momento, “il contributo del Gnl è ancora limitato a circa il 10% del fabbisogno Ue e stiamo sottoutilizzando le capacità di rigassificazione limitandole al 24%”, ha dichiarato aggiungendo come sia “cruciale sottolineare che le infrastrutture Gnl esistenti proteggono l’Ue da eccessivi aumenti dei prezzi e comportamenti oligopolistici”. Pur riconoscendo che “oggi l’Ue non deve importare più Gnl, perché al momento il prezzo del gas che arriva dalle tubature è ancora più economico”, Pistelli ha fatto notare ai deputati che quello del gas liquefatto “è un mercato che sta esplodendo”, e che a livello globale i maggiori fornitori nei prossimi 7 anni diventeranno soprattutto Stati Uniti e Australia. In questo mercato l’Unione al momento “non è un attore nelle forniture” e “non è uno dei maggiori attori per quanto riguarda la domanda, rappresentando solo il 15% della richiesta globale”.
È in corso, ha affermato Pistelli, “un dibattito sul potenziale del Gnl Usa in Europa come alternativa politica” all’attuale situazione, in cui il continente dipende quasi totalmentedalla Russia di Vladimir Putin. Per questo, secondo il vicepresidente Eni, bisogna capire che strategicamente questa potrebbe essere una strada percorribile per il futuro. “Sia dal punto di vista del mercato che dei consumatori”, dice, “la possibilità di comprare Gnl da Stati Uniti e altri, grazie a costi di trasporto e di estrazione inferiori, potrebbe apportare benefici e aumenterebbe la competizione con altri fornitori”.