Bruxelles – La nuova Guardia costiera e di frontiera dell’Unione europea è “pienamente operativa” e sta impiegando al momento “mille e duecento guardie per aiutare gli Stati membri a controllare i confini esterni” dell’Ue. E non solo, “ci sono anche altre mille e cinquecento guardie pronte per le situazioni di emergenza”. Snocciola numeri il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, parlando al Parlamento europeo, per sottolineare l’importanza di sostenere maggiormente dal punto di vista economico il nuovo corpo Ue per il controllo dei confini esterni. Corpo che ha lo scopo di fermare l’immigrazione irregolare. Il commissario greco ritiene che si debba e si possa fare di più, e cita come esempio a cui ispirarsi le guardie di frontiera statunitensi e canadesi.
“Dobbiamo assicurare che il corpo europeo abbia i finanziamenti necessari”, afferma ricordando che “dal 2020 avrà un costo annuale di 335 milioni di euro”, aggiungendo che se “vogliamo aumentare la sua capacità operativa a 3mila guardie serviranno dai 20 ai 25 miliardi” nel bilancio settennale europeo. Per pensare davvero in grande, suggerisce poi Avramopouls, dobbiamo ispirarci ai sistemi statunitense e canadese. “Se vogliamo un controllo dei confini veramente europeo”, ha calcolato, “servono 100mila operatori e un equipaggiamento sostanziale comparabile a quello di Usa o Canada”, e per finanziarlo “servono 150miliardi in sette anni, che sono circa il 14% di tutto il budget Ue, e l’equivalente dell’attuale bilancio annuale”.