Berlino – “C’è bisogno di solidarietà in Europa”, in particolare sulla questione dei migranti con la riforma del regolamento di Dublino, hanno dichiarato congiuntamente Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio italiano, e Angela Merkel, cancelliera in pectore tedesca. L’inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito che “in Europa c’è bisogno di cooperazione, non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità, il progetto va sposato in toto”, ammonendo i Paesi che si rifiutano di ripartire le quote migranti.
Il monito dei due leader è indirizzato ai Paesi non allineati, si legga Polonia, Slovenia e Ungheria, che si rifiutano di accogliere i migranti e stanno facendo del nazionalismo e del populismo un leitmotiv governativo. E proprio sulla questione migratoria Gentiloni ha ricordato come la collaborazione tra Italia e Germania abbia portato ad una “diminuzione degli sbarchi, a sventare le reti criminali di trafficanti di uomini e aumentato i ritorni volontari in patria”.
“Rilancio per l’Unione contro i populismi” in “crescita in tutti i paesi” sono stati i temi che hanno dominato il bilaterale. La speranza è che con un aiuto da parte dell’Ue sul fronte delle politiche e una modifica del regolamento di Dublino, di cui si sta discutendo la riforma, si possa redistribuire il peso dell’emergenza migranti e scacciare via il populismo che aleggia negli stati membri.
I due leader si sono prodigati nell’affermare che i populisti in Europa sono ormai stati sconfitti anche grazie all’uscita dalla grande crisi dell’Ue del 2016. Ma a vedere i sondaggi sia nel Belpaese che in Germania, sembra tutt’altro che vero. Quello di Merkel e Gentiloni assomiglia piuttosto ad un grido disperato di aiuto. Ci si appella all’Unione Europea per fermare l’avanzata dei partiti che fanno dell’emergenza migranti e dell’euroscetticismo il punto principale delle proprie battaglie politiche.
L’incontro, infatti, avviene in un periodo difficile per entrambi i capi di governo. L’Italia vive una delle campagne elettorali più incerte degli ultimi decenni, mentre la Germania attraversa uno stallo politico che dopo 4 mesi ancora non ha portato alla formazione di un esecutivo. La luce di un governo Merkel IV rimane appesa alla votazione dei membri di Spd che entro il 4 marzo dovranno decidere se dare o meno il via libero all’alleanza con la Cdu, mentre i populisti ed euroscettici di Alternative Für Deutschland (Afd), ricordiamo, sono al 15%. Su questo punto il presidente del Consiglio ha ricordato che un accordo con Spd sarebbe utile alla stabilità tedesca ed europea, per ricominciare a parlare dei grandi temi, dopo “i grandi risultati del salvataggio dell’Euro e la ripresa economica”.
L’augurato rilancio dell’Unione Europea dovrà necessariamente ripartire anche dal lavoro. ”Quando si discute di risorse per il bilancio europeo, l’Italia è pronta a fare la sua parte ma dobbiamo anche sapere che bisogna fare uno sforzo per concentrare il più possibile le risorse europee su politiche” che riguardano interessi comuni, dalla sicurezza alla difesa e alle politiche del lavoro “che hanno bisogno di un impulso comune” ha dichiarato il presidente del consiglio.
Gentiloni ha concluso invitando l’Ue al dialogo con i paesi balcanici, perché se non lo dovesse fare l’Europa “lo faranno altri paesi e questo non possiamo permettercelo. Ci sono in ballo interessi strategici”. Il riferimento non è difficile da cogliere, dove non arriva l’Ue arriva Putin, e a Bruxelles l’influenza russa sui balcani non è ben vista, tanto più in un periodo dove i paesi non allineati vengono accusati di essere filoputiniani.