Bruxelles – Che Jeremy Corbyn fosse “rosso” non era un segreto, ma potrebbe esserlo molto di più di quanto si pensa. Il leader dei laburisti è finito sotto il mirino della stampa conservatrice del Paese che ha rivelato che il politico avrebbe più volte incontrato una spia comunista negli anni della Guerra Fredda. Lo afferma uno scoop del Sun di Londra, che ha pubblicato documenti riservati dell’archivio dello spionaggio cecoslovacco in cui Corbyn viene identificato con il nome di “Cob” in tre diversi incontri con un agente segreto comunista.
I fatti risalgono al 1986 quando Corbyn era un deputato Labour, con posizioni collocate nella sinistra radicata del partito. Il tabloid londinese riporta che due dei tre incontri avvenuti con l’agente segreto cecoslovacco siano avvenuti proprio a Westminster, a prova del fatto che Corbyn “non tentava di nascondere in alcun modo il contatto con il cecoslovacco”, afferma il giornale. Un rappresentante del partito laburista ha confermato l’incontro con un “diplomatico” di Praga, dicendo però di non sapere che fosse una spia.
Secondo il Sun, i report risalenti all’epoca riportano come il suo atteggiamento fosse “negativo nei confronti degli Stati Uniti cosi come di tutte le forme governative conservatrici”. E la sua attitudine verso il blocco dei paesi dell’Est fosse “positiva”, e a supporto dell’iniziativa sovietica.
Corbyn è stato tacciato da alcune testate inglesi come The Times, non degno di fiducia, dimostrando ancora una volta di essere un personaggio poco convenzionale nel mondo della politica inglese. In occasione di un incontro alla Nato a Bruxelles lo scorso 15 febbraio, il ministro della Difesa Gavin Williamson ha mostrato la sua sfiducia nel leader laburista: “Ancora una volta si dimostra che Corbyn non ha mai avuto a cuore gli interessi del Regno Unito e del suo popolo”.
Sebbene il Sun non definisca il leader laburista come informatore o traditore della patria, tale rivelazione confermerebbe per il giornale come il comportamento di Corbyn sia stato una dimostrazione di “ingenuità, inammissibile per un politico che un giorno potrebbe diventare primo ministro”.