Roma – “Occorre partire dall’inizio, cioè riscrivere i trattati”. Liberi e uguali (Leu) punta al bersaglio grosso: rimettere mano alle regole fondamentali dell’Unione europea. È Sergio Cofferati, eurodeputato del movimento, a spiegare le proposte della propria formazione politica alla platea invitata dalla Rappresentanza della Commissione Ue a Roma, nell’ambito dell’iniziativa Focus Europa. Bisogna “creare le condizioni politiche per la riscrittura dei trattati, avendo come obbiettivo quello di trasferire competenze dagli Stati membri verso le istituzioni europee”, spiega l’ex sindaco di Bologna.
Immigrazione e politiche fiscali sono tra le materie da cominciare a gestire in comune, secondo l’esponente di Leu. Se la materia migratoria rimane appannaggio esclusivo degli Stati membri, argomenta, “i governi possono pure prendere delle decisioni in Consiglio, ma tornati a casa non avranno il vincolo di rispettarli, e lo faranno solo in base alle convenienze del momento”. Sulle questioni fiscali, poi, al movimento di sinistra non sta bene che le decisioni debbano essere prese all’unanimità, perché così “i Paesi più piccoli hanno il potere di bloccare tutto”.
In materia economica “va accantonato il Fiscal compact, così come va tolto il pareggio di bilancio dalla Costituzione”. Sono passaggi indispensabili, secondo il candidato di Liberi e uguali, “per avere la possibilità di attuare politiche anticicliche, di investimento”. Politiche espansive che devono potersi spingere anche “un dito sopra il tetto del 3%” per il rapporto deficit/Pil.
Poi “esiste anche un problema di rappresentanza” nelle istituzioni Ue, sostiene l’ex segretario della Cgil. Mette in discussione la legge elettorale europea, che domanda agli Stati le modalità di elezione degli eurodeputati. Bisognerebbe avere invece “una norma comune, o almeno un avvicinamento delle norme elettorali nazionali a un modello comune”. E non può trattarsi del sistema italiano, perché “il collegio grande non va d’accordo con le preferenze”. La preferenza rende necessario puntare sulla popolarità dei candidati più che sulla loro competenza, argomenta Cofferati. Così finisce che nelle liste ci sia “un proliferare di volti noti, incluso il mio” scherza l’ex sindacalista.
Anche la Commissione europea necessita di maggiore legittimazione. “Non basta indicare il candidato alla presidenza” prima del voto, afferma Cofferati riferendosi all’esperienza dello spitzenkandidat. Anche per la scelta dei singoli commissari bisogna “introdurre elementi di democrazia”, spiega il candidato di Leu in Liguria, che non gradisce l’attuale designazione da parte di ciascun governo dei Paesi membri.
Cambiare i trattati è un’impresa proibitiva e Cofferati ne è consapevole. “Ma se non ci provi non ci riesci di sicuro”, dice. Come creare allora le “condizioni politiche” per riscrivere le regole, soprattutto in momento in cui il Partito socialista europeo è in crisi e neppure i popolari – visto il risultato della Cdu di Angela Merkel – stanno tanto bene? La strada è aggregare la sinistra. È a questo che punterà Leu, che dopo le elezioni italiane si porrà anche il problema della collocazione politica europea, assicura l’eurodeputato.
“Noi abbiamo l’obbiettivo di coprire uno spazio politico” lasciato vuoto dal “Pd che non è più un partito di sinistra”, indica l’esponente di Leu. Si tratta di una situazione che accomuna altri Paesi: “C’è la Spagna con Podemos, Syriza in Grecia”, elenca Cofferati. L’obbiettivo di Liberi e uguali è aprire con quelle forze “una discussione su cosa sia la sinistra moderna”. Riflessione dalla quale potrebbe nascere una nuova famiglia politica europea. Sempre che non si liberi spazio nel Pse dopo un’ipotetica uscita del Pd. È a questo che sembra alludere Cofferati quando dice che “quando Macron deciderà di fare un gruppo suo in Europa, o di aderire a uno esistente, qualcosa succederà anche in Italia”.