Bruxelles – Facile come bere un caffè. Uno slogan usato più e più volte per indicare la semplicità di un gesto che però non risulta proprio così elementare per tutti.
Il bar Europa, da questo punto di vista, non è quello che fa al caso dell’Unione europea, che invece nel classico caffè si perde. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, paragona l’Ue di oggi all’Italia di sempre, quella dei consumatori di caffeina mai d’accordo sulla moka. “Mettiamo le persone attorno a un tavolo per un caffè e si solleva un coro di richieste diverse: chi lo vuole normale, chi doppio, chi macchiato… L’Europa di oggi è questa”, chiosa Juncker. Un’Europa all’italiana, dunque. Ma attenzione, non si tratta affatto di un complimento. Il paragone ‘da bar’ fatto dal capo dell’esecutivo comunitario intende sottolineare la difficoltà del processo decisionale, contraddistinto da troppe visioni diverse del tipo di caff… Pardon, di Europa, che si vorrebbe costruire. “Fin dall’inizio del mio mandato ho detto che questa Commissione intendeva essere grande con le questioni grandi”, ricorda Juncker, ma se gli Stati membri si perdono sulle piccole cose tutto diventa difficile.
Non è però difficile vivere in Italia. Per restare in tema, nel corso della conferenza stampa tenuta a Bruxelles Juncker, affronta la questione del candidato unico alla presidenza della Commissione europea, processo su cui in Europa si punta molto ma su cui nel Belpaese apparetemente ci si interessa meno. Nel 2014 in pochi sapevano che l’attuale capo dell’esecutivo comunitario era il candidato prescelto dal Ppe per il ruolo. Non necessariamente un male, secondo il diretto interessato. “Nonostante tutto posso andare in giro per le strade di Firenze o Palermo senza essere insultato”. E magari anche prendersi un buon caffè in tutta tranquillità.