Bruxelles – Non bastano le sanzioni contro i principali esponenti del governo del Venezuela, l’Unione europea deve colpire anche lo stesso presidente Nicolas Maduro. Lo chiede il Parlamento europeo riunito in Plenaria a Strasburgo.
Colpire direttamente un leader di uno Stato sarebbe una soluzione molto forte e non a casa al momento l’Ue ha fatto una scelta del genere solo, nel 2011, con il siriano Bashar al- Assad. In passato lo stesso provvedimento era stato notificato all’ex presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e il dittatore libico Mu’ammar Gheddafi.
Neanche i tanto criticati leader russo e nordcoreano, Vladimir Putin e Kim Jong-un, sono stati sanzionati personalmente. L’ex presidente tunisino Ben Ali, l’ucraino Viktor Yanukovych e l’egiziano Hosni Mubarak sono stati sanzionati solo dopo esser stati costretti a lasciare la carica.
Secondo gli europarlamentari è necessario condannare la decisione unilaterale dell’Assemblea nazionale costituente, che non è riconosciuta né dall’opposizione del Paese né a livello europeo, di convocare elezioni anticipate per le presidenziali nell’aprile del 2018.
Una sentenza della Corte Suprema del Venezuela ha vietato la partecipazione alle elezioni dei rappresentanti del Mud ( coalizione d’opposizione del Tavolo dell’unità democratica) lamentando irregolarità nel processo di registrazione delle liste, inoltre alcuni esponenti dell’opposizione non potranno concorrere perché in carcere, ai domiciliari o in “esilio” per sfuggire all’arresto.
“Solo elezioni basate su un calendario elettorale sostenibile, concordate nel contesto del dialogo nazionale con tutti gli attori interessati e i partiti politici, nel rispetto di condizioni partecipative eguali, eque e trasparenti”, dovrebbero infatti “essere riconosciute dall’Ue” si legge nella risoluzione approvata con 480 voti favorevoli, 51 contrari e 70 astensioni.
Dura la critica dell’europarlamentare popolare José Ignacio Salafranca: “Dobbiamo alzare la voce per denunciare ulteriori tentativi che cercano di minare la sovranità e l’elezioni che non rispettano i minimi standard democratici e che non faranno altro che peggiorare la grave situazione politica, umanitaria e dei diritti umani che sta vivendo il Venezuela”.
In Venezuela, il Comitato Nazionale elettorale ( Cne) ha annunciato che il 22 Aprile si terranno le elezioni anticipate che potrebbero garantire un nuovo mandato per Maduro fino al 2025. Secondo l’opposizione, la mancanza di un accordo su queste elezioni è dovuta al fatto che il governo si è rifiutato di consentire a due dei suoi principali leader – Henrique Capriles, candidato due volte alla presidenza, e Leopoldo López, attualmente agli arresti domiciliari – di prendere parte alla competizione. Inoltre per il capo negoziatore del Mud, il deputato Julio Borges, non c’è stato accordo perché il governo non ha voluto rispondere alle richieste di “elezioni trasparenti”. “Non accetteremo alcun accordo che spezzi la democrazia in Venezuela. Le nostre richieste mirano a garantire un’elezione libera, temuta da Maduro”, ha aggiunto Borges.
Nicolas Maduro, secondo il Parlamento europeo è considerato, insieme al vicepresidente Tareck El Aissami e i vertici militari, come la causa dell’aggravarsi della crisi economica e sociale che sta affliggendo il Venezuela, infatti l’Eurocamera richiede la possibilità di inviare aiuti umanitari nel paese.