Bruxelles – Sono riusciti nel loro intento gli eurodeputati del Partito Popolare europeo, bloccando la proposta di liste transnazionali per le elezioni europee. Ieri al Parlamento di Strasburgo, la proposta di utilizzare alcuni dei seggi che resteranno liberi dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione per costituire un collegio elettorale paneuropeo per le future elezioni degli eruodeputati, è stata bocciata con il 54% dei voti, grazie ad un’attiva campagna del Ppe.
Oggi VoteWatch Europe, ha pubblicato un report che mostra come i vari gruppi parlamentari hanno votato. Sono stati 274 i deputati a favore, 34 gli astenuti, e ad opporsi 368, determinando la bocciatura delle liste transnazionali. Il Ppe è stato soddisfatto del risultato, in quanto, mantenendo il sistema elettorale così com’è, ritiene di restare vicinissimo a rivincere la maggioranza dei seggi nel 2019 e a preservare la presidenza della Commissione europea dopo le elezioni del Parlamento Ue. Dei 14 popolari italiani, 9 hanno votato contro (Massimiliano Salini, Salvatore Domenico Pogliese, Barbara Matera, Stefano Maullu, Giovanni La Via, Elisabetta Gardini, Lara Comi,Salvatore Cicu, Alberto Cirio).
Bisogna specificare però che alcuni membri del Ppe erano in disaccordo con la posizione ufficiale del partito. I parlamentari spagnoli del Ppe hanno deciso di appoggiare le liste transnazionali, così come alcuni popolari austriaci e francesi. L’unico eurodeputato italiano del Ppe che è andato contro i dettami del partito è stato Herbert Dorfmann, segretario del Südtiroler Volkspartei. Ad astenersi: Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue (come è consuetudine per la carica che rappresenta), Fulvio Martusciello, Alessandra Mussolini e Aldo Patriciello.
Il successo della coalizione guidata dal Ppe è stato possibile grazie a diverse defezioni all’interno di quei partiti che hanno sostenuto sin da principio l’iniziativa, vale a dire i liberali dell’ Alde e i Verdi. I deputati verdi svedesi, gallesi e scozzesi hanno deciso all’unanimità di votare contro.
All’interno dell’Alde, c’è stata una spaccatura. Il capogruppo parlamentare del partito, il belga Guy Verhofstadt, aveva sostenuto fin da subito la proposta delle liste transnazionali, mentre il presidente del Partito liberale europeo Johannes Cornelis van Baalen si era più volte espresso contro.
A favore dell proposta anche i 5 stelle Marzo Zullo, Marco Valli, Dario Tamburrano, Laura Ferrara, Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao, David Borrelli, Tiziana Beghin, Daniela Aiuto, Isabella Adinolfie Laura Agea.
Tra i socialdemocratici, sono stati gli eurodeputati provenienti da nazioni più piccole (bulgari, slovacchi, cechi, danesi, svedesi, olandesi e rumeni) ad opporsi alla proposta. Gli italiani hanno votato tutti a favore, fatta eccezione per i 2 astenuti Massimo Paolucci e Renato Soru.
La maggior parte degli eurodeputati britannici uscenti ha deciso di opporsi alle liste transnazionali o di astenersi, dando poco sostegno ai supporter di una spinta verso la federalizzazione delle elezioni europee. Tra i pochi parlamentari britannici che hanno votato a favore della riforma, c’è stato il laburista Claude Moraes, il presidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni.