Bruxelles – La ripresa in Italia si fa più robusta. Non ancora priva di rischi, ma comunque le prospettive per il Paese migliorano, secondo la Commissione europea, che invita a continuare il cammino di riforme intrapreso negli ultimi anni e a non abbandonare le politiche di bilancio prudenti e quelle “già favorevoli” alla crescita. Le previsioni economiche invernali di medio termine pubblicate oggi dall’esecutivo comunitario promuovono il lavoro svolto dal governo, almeno per quanto è possibile vedere dai dati disponibili. Il prodotto interno lordo (Pil) è atteso all’1,5% per l’anno in corso e all’1,2% per il 2019, in aumento rispetto alle stime dello scorso novembre (rispettivamente 1,3% e 1%). In entrambi i casi si riconosce una crescita aggiuntiva pari allo 0,2%.
“Le proiezioni – recita il documento prodotto dai servizi della Commissione – si basano sull’assunto di un ‘non cambio di politica’”, e dunque sull’ipotesi che l’Italia “continui ad attuare riforme già favorevoli alla crescita e persegua politiche di bilancio prudenti”. Un messaggio chiaro per chiunque è candidato a guidare il Paese a partire dal 4 marzo, quando l’Italia eleggerà il nuovo Parlamento, che a sua volta dovrà nominare il nuovo governo.
Le decisioni politiche non sono solo l’unica incognita per il Paese. Secondo le valutazioni di Bruxelles, “sebbene la ripresa dell’Italia sia destinata a diventare più autosufficiente, le sue prospettive di crescita restano moderate, dato il limitato potenziale di crescita dell’economia italiana”. Pesa sull’Italia il problema dei crediti deteriorati, i prestiti che le banche fanno fatica a farsi restituire. Una questione non nuova, ma che la Commissione torna a mettere nero su bianco. “I rischi di svantaggio interno si riferiscono in gran parte allo stato ancora fragile del settore bancario italiano”. L’economia italiana continua a beneficiare della ripresa ciclica globale e della maggiore domanda interna, e dunque è possibile che la ripresa potrebbe rafforzarsi più del previsto, “almeno nel breve termine”.
Non si parla di debito, il vero fardello tricolore. E’ il secondo dell’Ue e dell’Eurozona, dietro a quello ellenico. A novembre la Commissione individuava un’inversione di tendenza, evidenziando un percorso di riduzione a partire da quest’anno. Si dovrebbe passare, secondo le ultime stime, da un rapporto debito/Pil del 132,1% (2017) al 130,8% alla fine di quest’anno e al 130% il prossimo anno. Ma sull’evoluzione di questo percorso la Commissione oggi non si è espressa. C’è solo il focus sulla crescita, e per l’Italia sono buone notizie.