Un articolo apparso oggi su Repubblica ha già sollevato reazioni nel mondo politico. Parla di “una storia di rimborsi spese e funzionari pagati dall’Unione Europea al servizio della campagna elettorale di Luigi Di Maio”. Il caso che rischia di scuotere il M5S riguarderebbe in particolare Cristina Belotti, capo della comunicazione del gruppo parlamentare pentastellato che il quotidiano romano definisce “colei che in contatto con la Casaleggio e i vertici romani del partito traccia le strategie politiche degli eurodeputati grillini”. Il gruppo Efdd, che riunisce M5s e Ukip al Parlamento europeo, parla però in una nota di “bufala del giornale”.
La vicenda
Ma ecco cosa si legge su Repubblica. Durante l’autunno scorso l’amministrazione dell’EFDD, la famiglia politica degli europarlamentari del M5S avrebbe scoperto delle “irregolarità nelle missioni in Italia della Belotti”. Subito il Pd è andato all’attacco chiedendo le dimissioni del leader del M5S Di Maio e accusando gli avversari di aver usato i rimborsi europei (quelli della Bellotti) per seguire la campagna elettorale del candidato premier.
Gli interventi di Esposito e Ansaldi
“Aspettiamo di conoscere le risposte grilline, ma soprattutto aspettiamo di vedere cosa fa Luigi Di Maio. Gli segnaliamo, nel frattempo, che in Francia nei mesi scorsi, per una vicenda simile si dimisero tre ministri dell’attuale governo” commenta il senatore dem Stefano Esposito. Mentre il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi scrive ironicamente sui Facebook: “Ecco la svolta ‘europeista’ di Di Maio: far pagare a Bruxelles con i soldi dei cittadini la sua collaboratrice per la comunicazione. Cristina Belotti prende stipendio, rimborsi e diaria per lavorare all’attività Ue, ma in realtà risulterebbe essere spesso in Italia a fare campagna elettorale, come ha svelato un’inchiesta interna a Strasburgo”.
Le missioni in questione
Secondo quanto scrive Repubblica “diverse missioni della Belotti risultavano collegate alla campagna elettorale di Di Maio per il referendum del 4 dicembre 2016, per le comunali 2017 e per le regionali siciliane di ottobre”. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe caduta l’11 dicembre, quando la Belotti – scrive ancora il giornale – si è segnata presente alla plenaria di Strasburgo – con tanto di diaria – mentre per l’amministrazione del gruppo era assente”.
A quel punto l’amministrazione EFDD avrebbe “verificato una trentina di sue missioni per un valore di 15mila euro di rimborsi chiesti”. A difendere la Belotti sarebbero intervenuti alcuni esponenti di vertice del Movimento. L’epilogo ci sarebbe stato infine “il 19 dicembre 2017, quando – scrive sempre Repubblica – la rappresentante grillina, dopo un incontro col segretario generale EFDD” avrebbe “accettato di rinunciare alle diarie e ai costi vivi di alcune missioni stracciando le richieste di rimborso spese, rimaste a suo carico”. Repubblica cita almeno tre missioni di cui avrebbe visionato i documenti relativi che ne “certificano la cancellazione”.
L’assunzione dello stagista
La Belotti si sarebbe poi messa in congedo non retribuito fino al 7 marzo 2018, ed oggi “è uno dei più stretti collaboratori di Di Maio per la campagna elettorale”. Prima tuttavia – scrive Repubblica – avrebbe “caldeggiato l’assunzione presso il gruppo EFDD di Stefano Torre”, assegnato come stagista distaccato alla rappresentanza EFDD di Roma, accompagnato da un tutor, Andrea Pollano, funzionario Ue (sempre del gruppo EFDD) trasferito apposta nella Capitale. Dal 1 febbraio Torre sarebbe stato assunto “come agente temporaneo del Parlamento Ue ancora distaccato a Roma”. Secondo quanto si legge sul quotidiano entrambi lavorerebbero però “alla campagna elettorale di Di Maio”.
La smentita di EFDD: “Articolo bufala”
“Le informazioni pubblicate da Repubblica sono false e mistificatorie”. E’ quanto si legge in una nota di Efdd, gruppo che riunisce M5s e Ukip al Parlamento europeo. “Un fatto non trascurabile per comprendere l’ennesimo articolo bufala di Repubblica – incalza il gruppo – è la candidatura del condirettore del giornale con il Pd”. “Nessuna irregolarità nelle missioni in Italia di Belotti” , spiegano, infatti Repubblica non mostra alcun documento in supporto a quanto sostiene”.
Il M5s invita La Repubblica a pubblicare eventuali documenti di prova o a chiedere “subito scusa”. “Nel caso specifico della missione di 196 euro, – spiega la nota – è stata rimborsata in maniera del tutto volontaria da Belotti poiché in concomitanza con un evento di chiusura campagna a cui ha partecipato a titolo volontario. Quindi per evitare fraintendimenti ha preferito spontaneamente rinunciare al rimborso, andando però di fatto a coprire privatamente spese di viaggio sostenute nell’esercizio della sua funzione. Peraltro risale a giugno 2017, nulla a che vedere con la campagna di Di Maio”. Inoltre informa la nota “non è esploso alcun caso tra M5s e amministrazione EFDD, non è mai arrivata nessuna richiesta informale di dimissioni a nessuno, non sono mai state contestate missioni per 15.000 euro. Anche qui nessun documento a supporto: perché non esistono. Le attività dei collaboratori vengono controllate ogni anno prima della chiusura dei bilanci, ma questo rientra nella normale amministrazione e vale per tutti i responsabili di delegazione”.