Bruxelles – CasaPound entra nel Parlamento europeo. Un fatto inedito, passato inosservato perché tenuto nascosto fino all’ultimo. Questo, almeno, quello che denuncia il gruppo della Sinistra Unitaria (Gue), pronta a portare il caso all’attenzione dell’Aula la prossima settimana, se non verranno fornite spiegazioni convincenti. Tutto nasce da un evento ospitato dal parlamentare Eleftherios Synadinos, membro del partito greco dell’ultra-destra Alba Dorata, che in quanto deputato ha la facoltà di riservare stanze del Parlamento europeo per eventi. Ne ha organizzato uno, un dibattito sull’Italia e l’Europa. Ospite d’onore: Simone Di Stefano, segretario di CasaPound e candidato premier del movimento. La deputata italiana Eleonora Forenza (Gue) ha scritto al presidente del Parlamento, Antonio Tajani, per chiedere l’annullamento dell’iniziativa.
“Non ci sono i presupposti” per poter cancellare l’appuntamento, hanno spiegato dall’ufficio del presidente. In base alle regole solo per ragioni di pubblica sicurezza e incolumità si sospendono le attività già in programma. “I membri di CasaPound sono soliti definirsi ‘i fascisti del terzo millennio’ e difendono apertamente le azioni del regime fascista italiano guidato da Benito Mussolini”, ha criticato Forenza, secondo cui “ fascismo e il razzismo non sono opinioni politiche da discutere ovunque, e soprattutto nella principale istituzione democratica europea”. Una questione di principi e valori, dunque. CasaPound sarebbe contraria a tutto ciò su cui si fonda l’Ue. Forenza ha parlato senza mezzi termini di “propaganda fascista, omofobica e razzista” da parte del movimento italiano.
Antonio Tajani a quanto pare non era informato. Del resto non tutto passa attraverso la presidenza dell’istituzione. Ogni parlamentare europeo ha il diritto di recapitare inviti, riservare spazi dell’istituzione. C’è un apposito servizio interno. Possibile dunque che Eleftherios Synadinos non sia passato per Tajani. Oltretutto, un dibattito non pone problemi di sicurezza. Possono esserci sanzioni disciplinari in caso di affermazioni ‘sopra le righe’, questo sì, ma nulla di più. Eppure Forenza ha contestato il modo in cui CasaPound è arrivata a Bruxelles. L’esponente di Alba Dorata non avrebbe indicato né il nome di Di Stefano, né quello di Casa Pound. Avrebbe in sostanza fornito informazioni incomplete.
A nulla è valsa la raccolta delle firme organizzata dalla Gue. “Quasi cento” quelle raccolte, fanno sapere i promotori. Ci sono sottoscrizioni di tutti i gruppi. O quasi. Non c’è alcun firmatario del gruppo Enl (quello della destra di Marine Le Pen, Geert Wilders e Matteo Salvini, per intenderci) e nessun firmatario del Ppe. Altra cosa di cui Forenza e il suo gruppo intendono chiedere conto. Hanno chiesto spiegazioni a Tajani, e se questi non dovesse rispondere o dovesse fornire risposte non convincenti, la Sinistra Unitaria si dice pronta a portare la questione in plenaria la prossima settimana.