Bruxelles – Dopo i pannelli fotovoltaici e l’acciaio, la Commissione europea dichiara guerra anche alla ghisa made in China. L’esecutivo comunitario ha imposto dazi che vanno dal 15,5% al 38,1% sui getti di ghisa provenienti dal Paese asiatico. I getti di ghisa sono una famiglia di prodotti che includono ad esempio chiusini e griglie utilizzate per il drenaggio stradale. Questi particolari prodotti sono stati immessi nel mercato unico con pratiche non consentite dall’Ue. Un’indagine avviata dalla Commissione a fine 2016 ha stabilito che la ghisa cinese era oggetto di dumping, la pratica commerciale con cui si vende un determinato bene viene venduto all’estero a un prezzo minore rispetto a quello praticato sul mercato domestico. Una pratica, questa, ritenuta contraria alla concorrenza.
Già tra il 2005 e il 2011 l’Ue aveva imposto dazi anti-dumping sulla ghisa cinese, nuovamente al centro di azioni sanzionatorie comunitarie. Attulmente l’Ue ha in vigore 53 misure anti-concorrenza sleale su acciaio e prodotti di ferro, e la metà di queste (27) riguarda prodotti provenienti dalla Cina. I dazi antidumping europei intendono da una parte rispettare le regole sulla giusta concorrenza, salvaguardando un settore ritenuto strategico. La siderurgia, ricorda la Commissione europea, “occupa una posizione centrale nelle catene globali del valore, offrendo posti di lavoro a centinaia di migliaia di cittadini europei”.