Bruxelles – In Italia si sa, non c’è nulla che faccia sentire uguali e uniti tutti gli italiani come vedere la nazionale di calcio giocare ai mondiali. Per la Norvegia questo accade con la squadra di sci.
Ma quest’anno c’è un problema di abbigliamento che sta scuotendo il Paese nordico. La divisa degli sciatori della squadra nazionale norvegese pronti per le vicine Olimpiadi invernali ha creato divisione e malumori, dal momento che il simbolo usato sul loro maglione di lana, la “runa Tyr” (un segno grafico dell’antico alfabeto scandinavo che corrisponde alla lettera ‘T’), che richiama la divinità norrena della guerra, è quasi la stessa usata come simbolo dal partito extraparlamentare neonazista ‘Movimento di resistenza nordica’.
Progettato in un momento in cui l’interesse del pubblico per la cultura vichinga sta vivendo un vero e proprio rinascimento, il tema della nuova uniforme della squadra di sci è ‘l’Attacco dei Vichinghi’, un omaggio al soprannome della squadra. Sembra che per lo stesso motivo il piccolo gruppo politicamente collocato all’estrema destra e potenzialmente violento chiamato ‘Movimento di resistenza nordica’, usi la runa Tyr nel suo logo. Nell’ultimo anno, i membri del gruppo hanno tenuto raduni fuori dalle sinagoghe e nelle piazze della Norvegia e della Svezia, allarmando la polizia per le loro provocazioni reazionarie.
Il dibattito sulla liceità del tifare la propria squadra indossando un maglione che richiama il partito neonazista ha creato scompiglio nella democratica Norvegia. Ogni volta che c’è una competizione importante, il maglione ufficiale della squadra di sci è disponibile per la vendita al pubblico. E tutti i tifosi lo indossano con orgoglio mentre seguono dalle tv la loro squadra del cuore.
Mentre Margaretha Finseth, la stilista della squadra olimpionica, ha annunciato di essere pronta a disegnare un nuovo simbolo, i rievocatori dei fasti vichinghi e tanti tifosi della squadra di sci hanno espresso sgomento per ciò che hanno considerato un “rinunciare” alla proprietà collettiva dei simboli ancestrali per colpa di “una minuscola minoranza non rappresentativa”.
Hilde Midthjell, il presidente della squadra, ha promesso di far fronte a qualsiasi tentativo da parte dei suprematisti bianchi di cooptare simboli appartenenti a un’eredità norvegese condivisa, e non ha intenzione di rimuovere i maglioni dalla linea di produzione. “I neonazisti hanno marciato con le bandiere norvegesi -ha detto Midthjell-. Questo non significa che smetteremo di usarle, vero?”
Terje Emberland, ricercatore senior dell’Olocausto Center di Oslo ed esperto di storia della religione ha spiegato che i neonazisti di oggi stanno cercando di “occupare” i simboli vichinghi proprio come i nazionalsocialisti norvegesi e la Germania nazista hanno fatto negli anni ’30 e ’40. “Ci sono voluti decenni dopo la seconda guerra mondiale – ha spiegato Emberland – prima che potessimo ricominciare a utilizzare i simboli vichinghi con orgoglio”.
La Federazione norvegese di sci, che organizza le squadre nazionali, ha specificato che ogni atleta può decidere se indossare il maglione, anche se ha confermato di aver organizzato un secondo servizio fotografico di atleti con maglioni senza il design ‘Attacking Viking’.
Gli atleti, in conferenza stampa, hanno dichiarato di non sapere quale maglia indossare. Kristin Lysdahl, che rappresenterà la squadra norvegese di discesa libera, ha dichiarato di non aver indossato la maglia “Attacking Viking” e dice che “nessuno di noi la indossa di fronte ai giornalisti”. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Jonathan Nordbotten, un membro della squadra maschile di Coppa del Mondo che gareggerà alle Olimpiadi, che riferisce: “Nessuno nella nostra squadra usa quel maglione”.