Bruxelles – È una vera e propria caccia al migrante irregolare quella che il governo del Belgio ha intenzione di intraprendere con un disegno di legge che autorizzerebbe raid nelle case private per scovare eventuali persone senza un titolo di soggiorno. L’ intenzione dell’esecutivo di Bruxelles è inserire nella legislazione nazionale la norma europea per i rimpatri. Accusata di violare i diritti umani, la proposta ha scatenato un grande dibattito nel paese.
Oltre a contravvenire alla Convenzione dell’ Onu sui diritti umani, secondo il magistrato belga Philippe Van Linthout, Il ddl rappresenta un affronto alla magistratura. “Un giorno ci sveglieremo in un Paese in cui i diritti fondamentali non esistono più – ha avvisato Van Linthout parlando di fronte ad una commissione parlamentare – come giudice ritengo sia davvero importante mettere le persone in guardia”.
La proposta di dubbia legalità è stata avanzata da Theo Francken, un vice ministro nazionalista fiammingo responsabile per le richieste di asilo del Belgio. Francken si era già attirato le ire degli attivisti dopo una fuga di notizie clamorosa quando, la scorsa estate, inviò funzionari sudanesi ad identificare persone che dormivano in un parco a Bruxelles. Molti di questi furono poi torturati al loro ritorno in Sudan.
In risposta, migliaia di cittadini belgi hanno ospitato rifugiati e migranti nelle loro case tramite Facebook, e tramite un social network, Bxlrefugees supervisionato da Mehdi Kassou, che ha dichiarato a Euobserver che il governo sta cercando di “spaventare la gente e in qualche modo fermare l’ondata di solidarietà che sta dilagando in Belgio”.
Critici come Van Linthout dicono che il disegno di legge servirà solo a fare pressioni sui magistrati affinché eseguano norme dalla dubbia legittimità. “Lavoriamo sulle indagini ma non siamo lì per eseguire misure amministrative”, ha detto dinanzi ai deputati Jean-Louis Doyen, un altro magistrato belga. La costituzione del Belgio impedisce alla polizia di entrare nelle case a meno che non sia stato commesso un grave crimine. Ospitare un migrante irregolare non è un crimine ma comporta infrazioni amministrative.
I mandati garantirebbero alla polizia il diritto di irrompere nelle case di persone sospettate di aiutare i migranti a cui è stato ordinato di lasciare il paese. Permetterebbe inoltre agli agenti di rovistare in tutta la casa per cercare qualsiasi documento, come passaporti o altre carte d’identità. “Se si sospetta che questi documenti siano nascosti dietro i muri -, ha osservato Doyen- gli agenti potrebbero abbattere i muri: questa è la realtà di un mandato di perquisizione”.
Altri sottolineano che il ddl non offre disposizioni in grado di garantire che i raid della polizia non traumatizzino i bambini. Per complicare ulteriormente le cose, il governo sta preparando un’altra legge che revisiona il ruolo dei magistrati che emettono i mandati per cercare i migranti. “È assolutamente incredibile, date poteri a un giudice e poi volete cambiare il ruolo di questo giudice nel prossimo futuro”, ha dichiarato il deputato verde federale belga Benoit Hellings.
I difensori del disegno di legge affermano che è necessario eseguire i rimpatri in modo più efficace, e che un raid della polizia sarebbe utilizzato solo come ultima risorsa, una volta che al migrante è stato detto più volte di andarsene. Alcune Ong hanno contestato la proposta, sottolineando che la stragrande maggioranza dei migranti collaborerebbe con la polizia che viene a bussare alla porta. “Nel 2016, più di 19 mila controlli sono stati effettuati dalla polizia su richiesta dell’ufficio immigrazione: su 127 casi solo uno straniero ha rifiutato di cooperare non aprendo la porta”, ha detto Sotieta Ngo, direttrice dell’associazione Ciré.
Theo Francken discuterà oggi la legge al parlamento federale belga.